Il lavori di bancario, tecnico informatico e risorse umane, al contrario – pur avendo stipendi elevati che consentono di togliersi molti sfizi e alcuni lussi – non appagano mai del tutto.
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SostieniciAlcuni mestieri “tradizionali”, invece, anche in presenza di stipendi più bassi, sembrano dare maggiore felicità e soddisfazione: si tratta di lavori che possiedono una forte utilità sociale, una grande professionalità e, spesso, una buona dose di creatività, come gli elettricisti, i parrucchieri e i sarti.
“La cosa più importante” ha spiegato il professor Cary Cooper, dell’Università di Lancaster, “è poter gestire il proprio tempo, vedere il risultato finale e sentire che il proprio lavoro è utile ed apprezzato. Inoltre, non si prendono ordini da nessuno e si riesce a trovare da soli l’equilibrio perfetto tra vita privata e lavoro“. La ricerca conferma che “i soldi non danno la felicità a lungo termine” e che le persone non raggiungono la felicità attraverso “guadagni di denaro extra“, conclude Cooper.
Probabilmente la verità sta nel vecchio, ma saggio detto “il denaro non dà la felicità”. Le felicità è fatta, spesso, di passione, forse perché la passione è l’ingrediente che dilata nel tempo la percezione della sensazione di felicità.
Ognuno di noi possiede una sua “passione”, o – meglio – una sua “vocazione”: e una volta che la si è scoperta e trovata, è doveroso inseguirla – o almeno tentare tutto il possibile per inseguirla.