A volte (ancora poche per la verità) il buon senso riesce ad avere la meglio sugli spiriti bellici. E’ quello che è accaduto in Georgia, stato ancora piuttosto instabile dell’ex URSS; alla base di tutto le esigenze separatiste della regione dell’Ossezia del Sud. Tutto sembrava preparare ad un conflitto: da una parte i militari georgiani aprivano provocatoriamente il fuoco contro gli indipendentisti osseti, che a loro volta rispondevano rapendo militari e civili georgiani, mentre il leader separatista Kokoity accusava il presidente georgiano Saakashvili di voler invadere l’Ossezia.
Un clima pesante, confermato dalla frenetica attività della diplomazia di Mosca, interessata a una soluzione pacifica della contesa. Non sapremo probabilmente mai se siano stati i buoni uffici russi a risolvere la situazione, fatto sta che nel giro di poche ore ecco la svolta: Kokoity propone un piano di pace in tre tappe basato su smilitarizzazione del territorio, aiuti economici e riconoscimento di una forte autonomia per l’Ossezia, sempre in ogni caso all’interno dello Stato Georgiano. Un processo di pacificazione che avrà inizio il primo febbraio 2006 e verrà gestito da una Commissione Congiunta di Controllo (Jcc) formata da Georgia, Ossezia del Sud, Russia e Repubblica Russa dell’Ossezia del Nord. Un vento di pace che potrebbe far sentire i propri benefici effetti su un altro conflitto “latente”, ossia quello dell’Abkhazia, regione confinante con l’Ossezia e che in un primo momento aveva promesso il proprio appoggio militare agli osseti nel caso, poi scongiurato, di guerra.
Conflitto sventato in Georgia
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