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Blinken e Xi Jinping, prove di dialogo tra Cina e Stati Uniti dopo più di un anno di sfide ed attriti

Blinken Xi Jinping, prove di dialogo tra Cina e Stati Uniti dopo più di un anno di sfide ed attriti

Prove di dialogo tra Cina e Stati Uniti dopo più di un anno di sfide ed attriti

Il Segretario di Stato Usa Blinken e il presidente cinese Xi Jinping si sono incontrati a Pechino il 19 giugno, dopo oltre un anno di interruzione di visite ufficiali. L’ultimo contatto tra i due Paesi risale a novembre 2022, ovvero alla vigilia dell’ultimo G20 tenutosi a Bali, in Indonesia. Qui Xi Jinping e il presidente Biden ebbero modo di dialogare per tre ore.

L’incontro tra Antony Blinken e Xi Jinping segna un momento di disgelo tra Cina e Stati Uniti dopo atti di accusa reciproci e tensioni lungo il Mar cinese meridionale, davanti l’isola di Taiwan. Disgelo che promette segnali di distensione tra le due più grandi economie del pianeta e un ritorno al dialogo sui principali dossier regionali e internazionali.

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Un rapporto teso sin dagli inizi

Si può tracciare uno spartiacque decisivo nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti, emblematicamente rappresentato da una data: 1°ottobre 1949. È il giorno in cui Mao Zedong, presidente del Partito comunista cinese, proclama la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, dopo aver ottenuto la vittoria nella guerra civile contro le forze nazionaliste di Chiang Kai-shek. A quel punto i nazionalisti, che erano sostenuti dagli Stati Uniti, si ritirarono sull’isola di Formosa, proclamando la Repubblica di Cina o Taiwan.

Da allora i rapporti tra Cina e Stati Uniti hanno attraversato momenti di grandissima tensione intervallati da stalli durati decenni. Snodi decisivi nelle relazioni tra le due potenze furono rappresentati nel 1969 dall’elezione alla Casa Bianca di Richard Nixon e dagli scontri sino-sovietici. Questi ultimi legati ad una disputa territoriale – oltre che ideologica – tra le due potenze socialiste.

In quel periodo, i timori del presidente Mao Zedong nei confronti di una possibile aggressione sovietica, incrociavano la “realpolitik” di Nixon e del suo consigliere Henry Kissinger. Quest’ultimo volò segretamente in Cina nel luglio 1971 per incontrarsi con Zhou Enlai, primo ministro del governo cinese. Come rivelano i documenti declassificati della National Security Archive (l’archivio di sicurezza militare) i due trattarono della situazione legata a Taiwan e di un possibile riavvicinamento tra le due potenze.

Il viaggio di Kissinger permise a Nixon di recarsi ufficialmente in visita in Cina nel febbraio 1972. Durante questa visita i due Paesi giunsero ad un compromesso attraverso la firma del Comunicato di Shangai.

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken saluta il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping

L’attualità del Comunicato di Shangai dietro al vertice Blinken – Xi Jinping e ai rapporti tra i due Paesi

Il Comunicato di Shangai pose le premesse per i futuri rapporti bilaterali tra Cina e Stati Uniti, partendo da alcuni punti fermi, che restano ancora oggi attuali. In cambio della rinuncia al riconoscimento statunitense dell’indipendenza di Taiwan, Pechino riconosceva la supremazia degli Usa nel Pacifico contrastando le mire espansionistiche di Mosca.

Lo scorso anno si è commemorato il quarantennale dalla firma del Comunicato di Shangai e della ripresa dei canali diplomatici tra i due Paesi. Il vertice di Bali tra Biden e Xi Jinping si impegnava virtualmente a rinnovare gli impegni presi nel 1972. Sembra proprio che sia da qui che bisogna ripartire per arrivare ad clima di rinnovata fiducia tra le parti.

Zhu Feng, preside della School of International Studies dell’Università di Nanjing, ha dichiarato a Reuters che “la commemorazione della visita di Nixon ci dice se possiamo trarre una sorta di potere dalla storia”, ripristinando delle relazioni distensive sulla base di ciò che venne deciso all’epoca.

L’incontro Blinken – Xi Jinping e la ripresa dei contatti

Durante l’ultimo incontro tra Blinken – Xi Jinping, quest’ultimo ha osservato che le relazioni sino-americane “dovrebbero rimanere impegnate nelle intese comuni” raggiunte a Bali e “tradurre le dichiarazioni positive in azioni per stabilizzare e migliorare le relazioni Cina-USA“.

Blinken si è detto sostanzialmente d’accordo con il presidente Xi. Anche l’amministrazione statunitense, infatti, intende ripartire da Bali, assicurando che non è intenzione degli Stati Uniti creare una guerra fredda tra i due Paesi. Il Segretario di Stato ha inoltre ribadito che gli Usa non sostengono l’indipendenza di Taiwan.

Quest’ultimo punto è il principale motivo di preoccupazione per Pechino, come ricordato da Xi a Bali. Qui il Presidente cinese osservò che “la pace e l’indipendenza di Taiwan sono inconciliabili come l’acqua e il fuoco“, riporta l’Ansa.

C’è una linea rossa che tiene unito il dialogo tra Cina e gli Stati Uniti. In un mondo profondamente mutato dall’epoca della guerra fredda, l’impressione è che l’arma vincente per ristabilire l’equilibrio passi dalla fedeltà ad una lezione storica.

Come ricordato dal prof. Zhu Feng, probabilmente la visita di Nixon e il Comunicato di Shangai indicano la direzione da seguire per il futuro. Direzione che si traduce nella ripresa del dialogo reciproco, avendo l’incontro Blinken – Xi Jinping, come obiettivo la distensione.

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