La società contemporanea presenta contesti educativi sempre più rigidamente strutturati e limita l’opportunità per i bambini di entrare in contatto con la natura. In questo scenario, si diffonde la percezione del rischio legato allo stile di vita nei primi anni, con particolare attenzione alla sedentarietà derivante non solo dalle attività scolastiche, ma anche dai passatempi virtuali, con effetti dannosi sulla salute e la crescita dei bambini. Si auspica un rinnovato legame tra i bambini e la natura, nella sua forma più selvaggia e libera. L’educazione all’aperto, in particolare la pedagogia del bosco, emerge come un’opportunità per soddisfare questa necessità.

I comuni che hanno ottenuto i finanziamenti previsti dal Governo per la costruzione di scuole d’infanzia provenienti dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (fondi PNRR) dovranno completare la realizzazione delle nuove strutture entro la fine del 2025. Le risorse che sono state allocate hanno l’obiettivo di potenziare l’offerta di servizi educativi per i bambini dalla fascia 0-2 anni e dalla fascia 3-6 anni. La progettazione delle nuove strutture dovrà tener conto delle linee pedagogiche del sistema integrato “zerosei”, orientato verso l’outdoor education e l’attivismo.

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Quasi 2mila nuove scuole: il Governo assicura nessun taglio

Secondo i dati divulgati dal Ministero dell’Istruzione il fondo PNRR ha stanziato 4,6 miliardi di euro: dovrebbero essere costruiti 1.857 nuovi asili nido e 333 scuole materne. L’obiettivo dichiarato è di garantire complessivamente 264.480 nuovi posti entro la fine del 2025. Recentemente, durante la fase di revisione, il Governo italiano ha ridotto di oltre 100.000 il numero di posti disponibili negli asili nido, passando da 264.480 a 150.480. Nonostante questa significativa diminuzione, il Governo assicura che non ci sarà alcuna defezione di finanziamenti per gli interventi già assegnati. Inoltre, viene garantito che gli investimenti negli asili nido saranno confermati e mirati a incrementare il numero complessivo dei posti disponibili. Le nuove scuole dovranno quindi seguire le nuove linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6 emanate dal Ministero dell’Istruzione che comprendono un’educazione diversa, enfatizzando l’importanza dell’outdoor e della natura.

Questo concetto è esplicitato soprattutto nel paragrafo dedicato agli spazi dell’ambiente educativo, considerato come un terzo educatore. “Lo spazio esterno, oggi più che mai, riveste un’enorme importanza per l’organizzazione della giornata educativa/scolastica: esso dovrebbe essere curato, ben progettato per essere utilizzato dai bambini sia per attività libere di gioco e movimento, sia per attività più strutturate. Spazio interno e spazio esterno dovrebbero dialogare, svilupparsi in continuità, dando ai bambini possibilità di libertà e autonomia di movimento. All’aperto, attraverso l’osservazione e la scoperta, sarà possibile per i bambini incontrare ed esplorare il mondo della natura e dei viventi.” (MIUR, 2021, p. 24). Questa prospettiva riflette una nuova consapevolezza emersa anche in seguito alla pandemia.

Cosa si intende per outdoor education?

L’approccio pedagogico dell’outdoor education (OE) è spesso associato allo sviluppo del pensiero educativo dei filosofi John Locke e Jean-Jacques Rousseau del Seicento e Settecento. Questo approccio colloca l’ambiente di apprendimento al centro, andando oltre la struttura tradizionale delle aule e dei laboratori.

La letteratura sostiene che l’outdoor education favorisce lo sviluppo di abilità cognitive e motorie nei bambini attraverso l’interazione diretta con l’ambiente circostante. Il gioco e le attività all’aperto, condotte in spazi adeguati e ben attrezzati in tutte le stagioni, consentono non solo di sperimentare schemi motori e mentali nuovi ma migliora la salute dei bambini. Potenzia le difese immunitarie e riduce la predisposizione all’obesità e alle malattie correlate. Aiuta la produzione di vitamina D, facilita il sonno, stimola la creatività, migliora lo sviluppo motorio e cognitivo, facilita la capacità di socializzare e consente al bambino di sviluppare autostima.

Se la pandemia ha valorizzato l’importanza della tecnologia per le scuole primarie e secondarie, per l’infanzia c’è stato un timido ritorno al naturale e all’osservazione. Portando il più possibile i bambini all’aperto per farli giocare. Gli spazi all’esterno sono funzionali sia al movimento che alla motricità con il corpo.

L’argomento degli approcci outdoor è pertinente rispetto agli obiettivi educativi per l’infanzia e il fenomeno è in espansione. Se pur in questo stato di incertezza dovuto ai tagli dei finanziamenti, i Comuni che hanno intercettato i fondi del PNRR procedono con la pubblicazione dei progetti esecutivi e i bandi di gara per l’assegnazione dei lavori in vista dell’appuntamento di fine 2025. Le nuove scuole dell’infanzia saranno funzionali all’outdoor education, l’Italia procede seppur a piccoli passi.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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