Il Piano Mattei è un piano di interventi strategici a medio-lungo termine rivolto ai Paesi del continente africano, che si occuperà di istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua ed energia. Potrà contare, da subito, su una dotazione di oltre 5,5 miliardi di euro, costituendo una scelta di politica estera del governo italiano ben precisa.

La premier Giorgia Meloni ha avuto modo di ribadirlo lo scorso 29 gennaio, nell’aula del Senato, in occasione del vertice Italia-Africa. Il rapporto con il continente africano, d’ora innanzi, dovrà essere “da pari a pari”, ha detto la premier. Né al paternalismo né ad uno spirito caritatevole, bensì ad una sana cooperazione dovranno essere improntate le relazioni che sorgeranno sotto l’egida del Piano Mattei. Involucro, quest’ultimo, che riposa su piani d’azione definiti e trae forza dalla volontà di cercare soluzioni a sfide non più rimandabili.

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Dove nasce e in cosa consiste

Per comprendere più a fondo dove nasce e in cosa consiste è necessario però fare qualche passo indietro. È esattamente il 3 novembre 2023 quando il consiglio dei Ministri approva il decreto-legge che introduce disposizioni urgenti relativi al Piano Mattei. Ossia, un progetto di sviluppo riguardante gli Stati del continente africano.

Il Piano Mattei “avrà l’obiettivo di potenziare” la “collaborazione tra Italia e Stati del continente africano”. In particolare, sarà diretto a “promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo […]” e a “prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari”, come si legge sul sito del governo.

È importante sottolineare il cambio di passo che il governo italiano ha intrapreso sul tema migratorio. E cioè, quello di avere la volontà di intervenire sulle cause profonde che spingono milioni di persone a trovare rifugio sulle coste europee. Troppo spesso, infatti, siamo stati abituati a fare i conti con una politica dallo “sguardo corto”. Il politologo Vittorio Emanuele Parsi, in un suo pamphlet di qualche anno fa, utilizzava proprio queste parole per descrivere le criticità della classe dirigente italiana. Eppure, la gestione del presente non può mai essere disgiunta da una prospettiva a medio-lungo termine.

I cinque pilastri del Piano Mattei

Il fatto che tale consapevolezza si sia concretizzata in un piano d’azione ben definito, fa dunque ben sperare. I cinque pilastri del Piano Mattei, presentati dal governo, compongono un ventaglio di ambiti tra loro interconnessi. A partire da quello dell’istruzione e della formazione. Mettere in circolo conoscenze e connettere il continente africano alle necessità che il mercato del lavoro richiede, costituisce un tassello fondamentale per favorire lo sviluppo dell’Africa.

Sviluppo che passa, inoltre, dal contrasto alle cause profonde della malnutrizione, investendo sulla costruzione delle filiere agroalimentari e favorendo l’agricoltura familiare. Aspetto, quest’ultimo, che rimanda a quello delle risorse idriche.

Secondo il Piano stilato dal governo, è fondamentale aumentare le perforazioni di pozzi e investire sulla loro gestione e manutenzione. Così come è di vitale importanza rafforzare i sistemi sanitari. È necessario, in particolare, migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari materno-infantili. Oltre che potenziare la capacità di gestione, formazione e impiego del personale.

Fare dell’Italia un hub energetico

In tema di energia il nostro Paese è chiamato a ricoprire un ruolo fondamentale. Fare dell’Italia un “hub energetico, un ponte tra l’Europa e l’Africa”, è infatti il grande imperativo del Piano Mattei.

Gli interventi previsti puntano a rafforzare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili. In particolare, le misure si concentreranno nel favorire la transizione dei sistemi elettrici (da fonti fossili a rinnovabili) e nell’implementare le infrastrutture di transizione e distribuzione.

L’Italia è chiamata dunque ad affrontare una sfida epocale, che potrà essere vinta soltanto se si guarderà al futuro con lo spirito giusto.

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Diego B. Panetta

Diego B. Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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