Milano, una passante ha chiamato la polizia per aver notato un sacchetto abbandonato sul tetto di un auto parcheggiata. Il sacchetto conteneva alcune lattine di birra. Sempre a Milano, una borsa incustodita sulla metro lilla ha suscitato la paura di una donna che ha chiamato la Polmetro. Nel luogo indicato non sono state trovate né la borsa né la sua proprietaria.

E’ sempre di oggi la notizia comparsa su uno dei più autorevoli quotidiani nazionali sulla denuncia contro un ignoto cittadino che nel pomeriggio di ieri ha chiamato la polizia per segnalare la presenza di “una bomba” nei pressi di Corso Vittorio Emanuele, nel centro di Milano. Anche in questo caso non stati trovati né la “bomba” né chi ha effettuato la segnalazione.

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Insomma, è psicosi da attentato. Ma non sono forse i mass-media i veri responsabili di questa psicosi?
E se fossero i direttori dei quotidiani, dei tg, dei notiziari, insieme ai loro editori, ad essere denunciati per procurato allarme? L’allarmismo, in un clima già teso per i fatti di Parigi, è quanto di più dannoso si possa volontariamente generare. E tutto solo per assecondare una regola di mercato che di fatto distorce gravemente lo spirito di servizio che da sempre riconosciamo ai mezzi di informazione, ovvero quella di vendere più copie e fare più ascolti. E’ così che si instaura una vera e propria gara a chi strilla il titolo più forte, più sensazionale, più allarmante, ovviamente sempre accompagnato dalla foto più raccapricciante.

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Credete che questa sia vera libertà di informazione? Pensate davvero che dietro ogni pacco apparentemente abbandonato o a ogni valigia temporaneamente incustodita si nasconda una minaccia terroristica? Chi pagherà il conto di tutto questo saremo sempre noi, attraverso i costi che saranno sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per curare psicosi, ansia e depressione. Secondo l’Eurodap (l’Associazione Europea per il Disturbo da Attacco di Panico) i mass-media sono al primo posto tra le principali cause di ansia. Non ci vuole molto per convincersene.

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Non più di due giorni fa, sulle prime pagine dei quotidiani on-line campeggiavano le notizie sulle interruzioni dei servizi di trasporto pubblico nelle città di Roma a Milano a causa di alcune segnalazioni di bagagli apparentemente abbandonati. Tutti gli italiani, dalla Sicilia al Trentino Alto-Adige sono venuti a conoscenza di questi falsi allarmi. Sapreste spiegare qual è l’utilità di queste notizie? Qual è l’utilità, per un abitante di Messina, di sapere che a Milano e a Roma ci sono stati dei falsi allarmi? (E sottolineo: falsi)! La risposta è: nessuna utilità. Domandatevi invece: qual è stato l’effetto per quello stesso cittadino?

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E la stessa cosa vale per moltissimi altri fatti di cronaca nera, come l’omicidio di Yara Gambirasio, del piccolo Loris, della strage dei vicini di Erba o del caso di Annamaria Franzoni (solo per citarne alcuni).

La domanda è sempre la stessa: chi ascolta, quale utilità ne trae e quale danno subisce?

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Silvio Malvolti

Silvio Malvolti

Ho fondato BuoneNotizie.it nel 2001 con il desiderio di ispirare le persone attraverso la visione di un mondo migliore. Nel 2004 ho costituito l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che oggi gestisce questa testata: una sfida vinta e pluripremiata.

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