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Etica dell’intelligenza artificiale, un’alleanza tra cittadini e tecnologia

Etica dell'intelligenza artificiale, un'alleanza tra cittadini e tecnologia

L’etica dell’intelligenza artificiale (IA) offre risposte alle nuove questioni legate alla liceità del suo utilizzo. Le macchine intelligenti possono limitare le scelte di individui e gruppi, incidere sull’organizzazione e il mercato del lavoro, influenzare la politica, compromettere i diritti fondamentali, minare i processi democratici e incidere sugli ecosistemi, sul clima e sull’ambiente.

La proposta di un’etica dell’intelligenza artificiale è finalizzata alla gestione delle nuove tecnologie nel rispetto dei diritti dei cittadini. È questo uno dei campi a cui si dedicherà la “Commissione intelligenza artificiale”, presentata il 6 Settembre dall’Ordine degli avvocati di Torino, per suggerire proposte di miglioramento al parlamento.

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La governance etica parte dai cittadini

Proprio perché l’IA rischia di violare i diritti costituzionalmente garanti, si è reso necessario riflettere e costruire nuove ipotesi di lavoro per un utilizzo eticamente sostenibile dell’IA.  Una delle problematiche più rilevanti riguarda l’armonizzazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e la tutela dei dati personali gestiti dai sistemi basati sull’IA: è dunque inevitabile la necessità di una governance etica dell’intelligenza artificiale, che ridisegni il rapporto tra cittadino e tecnologia.

Per questi motivi nel 2018 è stata lanciata la Dichiarazione di Montréal per lo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale, che è possibile sottoscrivere qui,  una specie di bussola morale con tre obiettivi. Primo, sviluppare un quadro etico per lo sviluppo e l’implementazione dell’IA. Secondo, guidare la transizione digitale in modo che tutti traggano vantaggio dalla rivoluzione tecnologica. Terzo, avviare un forum di discussione a livello nazionale e internazionale con l’obiettivo di sviluppare l’IA in modo equo, inclusivo ed ecosostenibile.

Nello stesso anno, anche l’Europa ha lanciato la Strategia europea sull’intelligenza artificiale, col fine di rendere i sistemi di IA utilizzati nell’UE sicuri, trasparenti, etici, imparziali e sotto il controllo umano. Il documento presenta una proposta per un quadro normativo e un piano coordinato sull’IA per tutti i 27 paesi membri.

L’etica dell’intelligenza artificiale vieta ciò che lede i diritti dei cittadini

Ai fini di una gestione etica dell’IA la città di San Francisco, nel 2019, ha adottato un provvedimento per vietare la tecnologia per il riconoscimento facciale da parte della polizia perché potenzialmente lesiva della privacy. Nella città di New York City dal 2023, non si potranno più utilizzare i prodotti di apprendimento automatico dell’intelligenza artificiale nelle decisioni di reclutamento, assunzione o promozione, a meno che la tecnologia non sia stata preventivamente verificata.

In Italia, già in passato con il Torino City Lab, erano stati messi in cantiere una serie di progetti per valutare l’impatto sociale di impiego delle nuove tecnologie. Dubai ha adottato l’Ethical AI Toolkit, già in uso presso la “Dubai Electricity and Water Authority”. Il programma consiste in un insieme di principi e linee guida per le applicazioni di AI.

Sono molte altre le città che hanno intrapreso progetti di ricerca per riproporre un’applicazione etica dell’intelligenza artificiale, tra queste Barcellona, Montreal, Amsterdam, Porto, Helsinki, Seattle, Sofia e Toronto.

La consapevolezza che limitare i rischi derivanti dall’utilizzo scriteriato dell’intelligenza artificiale voglia dire massimizzare i benefici del suo impiego è il criterio guida per riproporre il tema dell’etica dell’intelligenza artificiale anche ai contesti urbani.

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