La lotta all’evasione fiscale è uno dei temi che tornano spesso nell’agenda di governo. La gravità della questione traspare dai dati forniti dal Ministero dell’economia: tra il 2016 e il 2018, lo Stato ha incassato in media oltre 94 miliardi di euro di imposte in meno rispetto a quelle stimate. Ecco perché il Ministero e l’Agenzia delle entrate hanno messo a punto una nuova modalità di verifica fiscale attraverso l’utilizzo di un algoritmo anti-evasione che permette, secondo le regole descritte nel decreto ministeriale del 28 giugno 2022, di incrociare le informazioni tramite l’utilizzo dei preesistenti strumenti già in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

L’evasione fiscale: cos’è e a che punto siamo in Italia

Quando si parla di lotta all’evasione fiscale, si fa riferimento a un fenomeno complesso con gravi ripercussioni sociali come abbiamo già visto. Si può parlare di evasione quando si verifica l’omissione della dichiarazione dei redditi oppure quando si è in presenza del mancato pagamento delle imposte sui redditi e dell’Iva. Un altro caso è costituito dalla cosiddetta attività sommersa ovvero quando c’è la produzione di beni e servizi che sfuggono alla normale imposizione tributaria da parte dello Stato, oppure si può parlare di frode fiscale quando il sistema di fatturazione è falsato per versare allo Stato meno tributi.

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Bisogna prendere atto che l’Italia si piazza tra i primi Paesi in Europa per evasione fiscale. Solo per ciò che riguarda l’Iva, stando ad uno studio della Commissione europea, l’Italia evade circa 35,4 miliardi di euro ogni anno e a questi vanno aggiunte le perdite derivanti dall’evasione dell’Irpef da lavoratore autonomo (33,1 miliardi di euro).

Non c’è da stupirsi se nella Missione 1, tra gli obiettivi del Pnrr, ci sono una serie di misure volte alla lotta all’evasione fiscale. Sono due le strade percorribili: la messa a punto di incentivi ai consumatori come i progetti del cashback e della lotteria degli scontrini oppure lo studio di vere e proprie azioni di contrasto.

A queste misure appartengono quella serie di operazioni che hanno avuto bisogno del parere favorevole del Garante della privacy, in quanto prevedono l’utilizzo di dati estrapolati ed elaborati mediante programmi informatici, algoritmi e strumenti di intelligenza artificiale appositamente addestrati (data scraping).

L’algoritmo per individuare gli evasori

L’applicativo V.E.RA. – Verifica rapporti finanziari è uno di questi strumenti anti evasione, che permetterà di attingere ai dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari per incrociare i dati e applicare filtri molto più incisivi e precisi rispetto al passato. Il programma elaborerà liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione grazie alle informazioni ricavate dall’archivio dei rapporti. I dati saranno poi trasmessi all’Agenzia delle entrate per le verifiche e usati per la lotta all’evasione fiscale.

Per utilizzare i dati è stato necessario effettuare la cosiddetta “pseudonimizzazione” dei dati operazione che consiste nel trasformare i dati in modo da poterli gestire in forma anonima, fino a quando non si verifichi il pericolo di evasione.

Mentre in precedenza si tendeva a ricostruire il reddito del contribuente mediante elementi indiretti come le spese, il tenore di vita, gli atti pubblici e altri indicatori, ora è possibile ricavare con maggiore precisione gli elementi dell’esistenza di redditi non dichiarati attraverso l’incrocio dei dati. Le istruzioni fornite con la Circolare dell’Agenzia delle Entrate 21/E del 20 giugno 2022 indicano chiaramente che il controllo sarà mirato e sostanziale.

L’obiettivo è quello di individuare i casi potenzialmente e dimensionalmente più pericolosi e avviare analisi del rischio sempre più puntuali e tempestive che miglioreranno i risultati della lotta all’evasione fiscale.

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Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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