Una recente scoperta ha creato scompiglio nella comunità scientifica destando sorpresa ed entusiasmo allo stesso tempo. Un virus modificato sarebbe in grado di colpire selettivamente le cellule cancerogene, risparmiando quelle sane. A darne notizia è la rivista Nature che spiega la sperimentazione su 23 pazienti.

I risultati hanno messo tutti d’accordo nell’affermare che questa è una delle strade da seguire per cambiare le terapie e raggiungere un risultato positivo in un futuro prossimo.

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Finora erano state tentate soluzioni simili, tuttavia il sistema immunitario ne aveva fatto le spese, tanto che le iniezioni dovevano essere circoscritte alla zona interessata dal tumore. Ora invece pare sia possibile iniettare direttamente il virus nel sangue per andare a colpire solo le cellule malate anche in caso di tumori estesi a tutto il corpo.

Per l’esattezza si tratta del virus notoriamente usato per il vaccino contro il vaiolo, il JX-594, sensibile ad un percorso chimico, specifico comune in alcuni tipi di cancro, che ne stimolerebbe la produzione.

Il professor John Bell dell’Università di Ottawa, che ha guidato la ricerca, si dice fiducioso e sostiene che i virus e altre terapie biologiche potranno realmente trasformare la cura del cancro.

Otto dei pazienti sottoposti alla sperimentazione hanno ricevuto dosi alte del virus; in sette di loro sono state colpite solo le cellule malate. E’ la prima volta che, nella storia della medicina, si riesce a raggiungere un risultato simile per endovena negli esseri umani.

Il vantaggio di un’applicazione intravenosa è l’effetto esteso a più organi, scongiurando così la produzione di metastasi lontano dall’organo primariamente colpito, magari non ancora diagnosticate. In sei pazienti il tumore si è bloccato, anche se non è guarito, forse perché a loro è stata data solo una dose del virus, dato che si trattata di testare solo la sua sicurezza e non l’effetto sulla malattia.

Anche se si tratta dei primi risultati di questo nuovo approccio, la fiducia dell’equipe è grande: “Questo nuovo studio è importante perché mostra che un virus, precedentemente impiegato con sicurezza per vaccinare contro il vaiolo milioni di persone, può essere ora modificato per raggiungere il cancro attraverso la circolazione sanguigna – persino nel caso in cui il cancro si è esteso in tutto il corpo del paziente.” E a sostenere l’entusiasmo dei ricercatori è il risultato osservato anche su tumori maligni di difficile cura come il mesotelioma (provocato soprattutto per l’esposizione all’amianto). Ne è passato di tempo da quanto lo scienziato persiano al-Razi suggerì di immunizzare le persone sane usando secrezioni dei malati. Ora che il vaiolo è stato debellato nel mondo (ufficialmente nel 1979 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), le scorte (limitate) del vaccino, potrebbero trovare un impiego utile per una vittoria ancora più grande.

Fonte: BBC

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Rosa Manauzzi

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  • domenica ha detto:

    QUALCUNO SA DARMI DEI CONTATTI DI QUESTO ISTITUTO DOVE APPLICANO TALE VIRUS… IN ITALIA è POSSIBILE?

  • Rosa ha detto:

    Al link sotto i dettagli del prof John Bell e del suo Istituto. In Italia non ci sono al momento queste sperimentazioni

    http://www.ohri.ca/profiles/bell.asp

  • del bianco andrea ha detto:

    speriamo che non si tratti della solita falsa speranza

  • lombardi marco ha detto:

    Essendo ormai a ottobre 2013 ci saranno stati progressi da parte del prof. Bell? Potrei esserne informato? Grazie! Lombardi Marco
    porta tumori epatico-cdedlulari.

  • Rosa Manauzzi ha detto:

    Questo è il link del sito del dottor Bell e del suo Istituto. http://www.ohri.ca/profiles/bell.asp E più nello specifico qui: http://www.ohri.ca/newsroom/newsstory.asp?ID=271 Non so dirle nel dettaglio a che punto sono le ricerche, ma di sicuro quel tipo di protocollo non è mai giunto in Italia, dove la chemioterapia e la radioterapia sono le uniche cure ufficialmente riconosciute. Inoltre è un tipo di sperimentazione (e sottolineo, sperimentazione, quindi richiede anni, non mesi) che richiede il domicilio in Canada e viene praticato sono nelle cliniche affiliate al centro di ricerca. Lo stesso dottor Bell afferma sul suo sito che la ricerca deve durare ancora molto. Scrissi l’articolo tempo fa perché trovai interessante la notizia e positiva la direzione intrapresa dal punto di vista scientifico. La strada però è lunga, tuttavia non bisogna arrendersi. Un pensiero di sincera vicinanza.