Il nostro sistema nazionale di riciclo dell’alluminio è fra i migliori d’Europa con un tasso di recupero nazionale delle lattine per bevande pari al 91,6% nel 2022. Lo riporta il CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi in Alluminio nelle sue statistiche annuali.

Un successo che deve tanto, tantissimo alla stretta collaborazione tra istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni. Ma non solo, ha risvolti ambientali ed energetici da perseguire con maggiore intensità, perché può guadagnarci l’ambiente, certo, ma anche il mercato.

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Quanto è riciclabile l’alluminio?

Nel mondo si producono circa 31 milioni di tonnellate di alluminio all’anno, di queste, solo 7 milioni vengono dal riciclo. Eppure, l’alluminio è un elemento prezioso, altamente recuperabile e impiegabile in tantissime applicazioni industriali. Non solo lattine, dunque.
C’è anche un vantaggio ambientale e non indifferente: il riciclo delle oltre 60 milioni di tonnellate di imballaggi abbatte il consumo di emissioni serra di 423mila tonnellate di CO2 e fa risparmiare energia per oltre 185mila tonnellate equivalenti petrolio.

Lo ha capito bene l’Europa che pone l’alluminio fra gli altri materiali da riciclare entro il 2025, almeno al 50%, ma per la verità su questo fronte la media europea di riciclo è già positivamente alta, assestandosi al 73%, come ha ricordato la Commissione europea nel recente Waste Early Report che ha monitorato il conseguimento degli obiettivi di recupero dei materiali al 2025.

Riciclo dell’alluminio in Italia: i numeri

In Italia il sistema di riciclo dell’alluminio funziona meglio che negli altri Paesi, tant’è che nel 2022 il tasso di riciclo degli imballaggi è arrivato al 73,6% e delle lattine al 91%, ben al di sopra della media UE.

Per un consumo medio di 36 lattine-anno per abitante, l’Italia ne ricicla ben 33, stima il CIAL. Un sistema che funziona, se pensiamo che su quasi 81.800 tonnellate di imballaggi in alluminio presenti sul mercato italiano, l’Italia ne recupera totalmente 60.200 tonnellate, mentre la quota di imballaggio sottile che va al termovalorizzatore per il recupero energetico è pari a 3.400 tonnellate.

La filiera si distingue anzitutto per il rapporto costo-risultato del recupero, tra i più efficaci d’Europa perchè non segue il sistema del “deposito cauzionale” altrove diffusi. Non solo: cerca la stretta collaborazione tra istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni. Da solo il CIAL conta 243 imprese consorziate, 430 operatori convenzionati, 246 piattaforme e 12 fonderie su tutto il territorio nazionale impegnati nella raccolta, trattamento, e recupero dell’alluminio.

Ma perché conviene insistere sulla filiera del riciclo dell’alluminio?

Cosa si può fare con l’alluminio riciclato

Riciclare l’alluminio comporta innumerevoli vantaggi: lo spiega direttamente il CIAL, che dal 1997 si impegna nel riciclo e recupero gli imballaggi di alluminio che vengono dalla raccolta differenziata fatta dai Comuni. Una raccolta fatta bene. Una raccolta che segue buone pratiche di differenziazione e recupero. Stiamo parlando di lattine per bevande, scatolette, vaschette, bombolette, oggetti comunissimi di cui ignoriamo la preziosità della materia prima, l’alluminio.

Un “ingrediente” fondamentale nella produzione degli imballaggi, terzo elemento più abbondante in natura dopo l’ossigeno e il silicio, la bauxite. Produrlo costa molto, circa 13 kWh/kg, ma la sua produzione anche se riciclato abbatte il costo di produzione del 95%. A differenza di altri materiali può essere riciclato al 100% e infinite volte, perché le sue caratteristiche originali non si perdono anche quando diventa “alluminio da riciclo” o “secondario”.

Riciclarlo serve non solo per dare vita ad altre lattine, ma anche ad usarlo come materia prima per applicazioni industriali soprattutto nel settore trasporti: dallo shuttle fatto per il 90% di alluminio agli aerei composti all’80% di “Aluminium” passando per yacht, treni ad alta velocità, vagoni di metropolitane e telai delle automobili.

Un business che non passa in osservato, soprattutto in periodi di carenza di materie prime.

Riciclo dell’alluminio in Italia. Perché il sistema italiano funziona?

Non è dunque un caso che la filiera del riciclo packaging in alluminio in Italia si sia sviluppato tanto, raggiungendo risultati migliori della plastica, come abbiamo visto nel Report della Commissione dedicato all’Italia.

Ma il fattore chiave del successo della filiera è nel coinvolgimento attivo delle realtà municipali: sono 5.547 i Comuni (quasi il 70% dei Comuni italiani attivi) coinvolti dal Consorzio su tutto il territorio nazionale raggiungendo quasi 46,5 milioni di cittadini. Un successo messo in evidenza dal Premio Ricicloni di quest’anno che il CIAL ha conferito al Comune di Novara (che ha raccolto 1,100 kg di alluminio per abitanti e l’Unione dei Comuni dell’Alta Gallura – SS (recupero di 1,250 kg/abitanti).

Sempre nel 2023 il Premio Speciale “Ogni Lattina Vale”, derivato dal progetto internazionale di sensibilizzazione ambientale ‘Every Can Counts’ ha premiato la Onlus Aido – Sezione Bergamo da anni impegnata nella raccolta delle lattine per bevande in alluminio per il proprio autofinanziamento.

Premi e riconoscimenti che testimoniano un certo fermento intorno al recupero dell’alluminio che di fatto conviene davvero a tutti: dai Comuni che migliorano le proprie performance ambientali ad Europa e Italia, avvantaggiate negli obiettivi green europei alle aziende che hanno tutto l’interesse a tenere sul mercato una risorsa pienamente riutilizzabile in tanti contesti industriali, riciclabile  più facilmente di altre con risultati di risparmio ambientale tangibili e percepibili.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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