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Commissione Europa, glifosato approvato per altri 10 anni: via libera a uso limitato

Glifosato diserbante: cos'è e perché è dannoso per l'ambiente?

Foto di 5500589 da Pixabay

La commissione europea proroga per altri 10 anni l’utilizzo del glifosato come diserbante, ma ne limita l’uso per ridurre i rischi sull’ambiente e la salute. Non sarà per esempio possibile impiegarlo per disseccare il raccolto, una modalità propria soprattutto dei produttori in grandi quantità di cereali. È inoltre fissato un argine alla dispersione del pesticida: in particolare, dovranno essere realizzate fasce tampone di almeno cinque o dieci metri. Un’ulteriore precisazione della commissione riguarda poi l’uso della sostanza nei parchi e nei giardini pubblici, nei quali dovrà essere ridotto al minimo, se non essere assolutamente vietato.

Cos’è il glifosato? Diserbante chimico, una breve panoramica

Il glifosato è un principio attivo utilizzato in molti erbicidi, tra cui il noto Roundup della Monsanto. Questo composto chimico è stato introdotto per la prima volta sul mercato negli anni ’70 ed è diventato uno degli erbicidi più utilizzati in agricoltura in tutto il mondo. Il suo successo è stato attribuito alla sua efficacia nel distruggere una vasta gamma di erbe infestanti. Il glifosato viene utilizzato principalmente in agricoltura per il controllo delle erbe infestanti in coltivazioni di mais, soia, cotone e altre colture a grande scala. Il glifosato come diserbante  agisce inibendo un enzima coinvolto nella crescita delle piante, impedendo loro di produrre aminoacidi essenziali. Ciò porta alla morte delle piante infestanti, lasciando intatte le colture desiderate.

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Ci sono dibattiti in corso sulla sicurezza del glifosato come diserbante. Le regolamentazioni variano da paese a paese. Alcuni governi hanno vietato o limitato l’uso del glifosato, mentre altri lo consentono ancora. La ricerca continua per valutare meglio i potenziali rischi e benefici associati all’uso del glifosato, e molte organizzazioni stanno monitorando attentamente la situazione per garantire che vengano adottate misure adeguate per proteggere la natura e la salute umana

Rischi per la natura e per le persone

Il glifosato può avere effetti tossici sugli organismi acquatici e terrestri. Gli animali che vivono negli ecosistemi agricoli possono essere esposti al glifosato attraverso il cibo e l’acqua contaminata. Può influenzare gli insetti in modi diversi (può infatti eliminare piante ospiti per larve ed insetti riducendo la loro disponibilità di cibo). Inoltre l’uso eccessivo e ripetuto sta portando ad una naturale evoluzione di erbe spontanee resistenti al glifosato per cui nel tempo sarà necessario impegnare quantità sempre maggiori di diserbante.

L’OMS ha classificato il glifosato come cancerogeno per l’uomo già dal 2015. Secondo gli studi l’utilizzo del diserbante potrebbe avere effetti negativi sulla salute riproduttiva umana, incluso il potenziale danneggiamento del DNA delle cellule dei testicoli e degli spermatozoi. Studi suggeriscono che il glifosato potrebbe interferire con il sistema endocrino umano, influenzando la regolazione degli ormoni e potenzialmente causando problemi di salute come l’obesità e il diabete. Inoltre le persone coinvolte nell’applicazione del glifosato in agricoltura o nell’industria possono essere esposte a livelli elevati di questo erbicida, aumentando il rischio di effetti negativi sulla salute

Possibile alternative in agricoltura

A causa delle preoccupazioni sulla sicurezza del glifosato, sempre più agricoltori e ricercatori stanno cercando alternative per il controllo delle erbe infestanti. Alcune delle alternative possibili all’uso del glifosato in agricoltura possono essere:

In alcuni casi c’è chi ipotizza un totale cambio di rotta non solo nell’utilizzo del glisofato come diserbante ma proprio come idea di agricoltura. La filosofia della “Rivoluzione del filo di paglia” di Fukuoka attesta come sia possibile coltivare non agendo sul terreno in maniera invasiva ma lasciando che la natura lavori per noi. Il metodo Fukuoka, che molto brevemente, consiste nel creare all’interno di un campo coltivato un habitat che sia in grado di produrre tutto il necessario con il minimo intervento umano.

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