E’ da un ingegnere romano che nasce l’idea dei viaggi “crowdfunded” (se non sai cos’è il crowdfunding puoi scoprirlo qui). Maurizio Martinoli, fin dai tempi dell’università, nelle pause tra una sessione di “Analisi Matematica 1” e “Fisica”, macinava idee ed iniziative. In questa intervista ci racconta il percorso che lo ha portato alla creazione di Kicktraveler, una maniera nuova di interpretare la dimensione del viaggio.

Maurizio, ci spieghi come funziona?

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Mettiamo che tu voglia andare in India. Ti compri una bella guida e ti organizzi l’itinerario. Però siete pochi, oppure sei da solo e stai cercando dei compagni di viaggio che condividano il tuo stile di vacanza. Ti colleghi su Kicktraveler e inserisci il tuo itinerario di viaggio. Posti le foto, le mete che vuoi visitare e un costo orientativo dell’intero viaggio e il numero minimo di viaggiatori che vuoi che si uniscano al tuo viaggio affinché si possa partire. A questo punto il viaggio è online: chiunque può ricercare il viaggio per data, per continente, per tipologia e per paese di destinazione. Se un viaggiatore è interessato al tuo viaggio esprime la sua volontà di partecipare depositando il 10% del costo totale che hai stimato, che non verranno addebitati fino a che il viaggio non si conclude online con successo.

Quindi come avviene il pagamento?

Ad esempio: se tu richiedi che ci siano almeno 3 persone affinché il viaggio si effettui, allora i soldi verranno addebitati ai viaggiatori solo quando ci saranno almeno 3 persone che avranno espresso la volontà di unirsi al tuo itinerario. Se ciò non avviene allora nulla viene addebitato a nessun viaggiatore. Se invece ci sono almeno 3 persone interessate,verrà addebitato il 10% del costo stimato.
A questo punto il sistema provvederà a scambiare tutti i dettagli di contatto tra tutti i viaggiatori affinché si possano poi organizzare offline. E’ esattamente il concetto di crowdfunding applicato al viaggio. Il “progetto”, tanto noto nel mondo del crowdfunding, in Kicktraveler è rappresentato dal viaggio. I backers sono i viaggiatori e le pledge sono le partecipazioni al viaggio stesso. Il tutto può essere condiviso sui “social network” grazie al quale si può creare il proprio profilo, visitare i profili degli altri viaggiatori, fare domande sugli itinerari e così via.

Sappiamo che già ai tempi universitari ti sei lanciato in iniziative imprenditoriali, ti va di accennarne qualcuna?

Ho iniziato a smanettare su internet con un modem 14.400 kb/s. Già in quegli anni avevo capito che internet sarebbe stata una rivoluzione per tutti e avevo intuito le potenzialità che in quel momento erano ancora molto nascoste. Non appena ho avuto i mezzi e le conoscenze per fare qualcosa di concreto sul mondo del web ho iniziato a programmare siti molto semplici per poi fare qualcosa di più “corposo”. Nei primi anni di università ho fondato insieme ad altre due persone mp3italia.com, quello che poi è diventato il primo portale italiano sul mondo degli MP3. Era il periodo di Napster e dei primissimi lettori MP3 da 32MB. Una bellissima esperienza che ha richiesto tanto tempo e tanti sforzi ma che ci ha anche dato tantissimo in termini di soddisfazioni personali.

E dopo l’università, hai portato avanti altri progetti?

Dopo l’università, da buon ingegnere, ho cominciato subito a lavorare per una società di telecomunicazioni. Ho sempre però portato avanti il pallino e la passione per tutto quello che avesse a che fare con il web. Negli avanzi di tempo, durante le serate e nei weekend abbiamo costruito un altro paio di progetti. Sfinz ad esempio, un marketplace che fa incontrare domanda e offerta per lavori di ogni genere: dall’idraulico, al falegname, dalla baby sitter al meccanico: si può richiedere veramente di tutto e attendere che dei professionisti facciano la propria offerta.

Come ti è venuto in mente Kicktraveler?

Tra le varie passioni che ho, una che ricade nei primi posti è sicuramente quella di viaggiare. Ho viaggiato sempre, appena tempo e soldi me lo hanno permesso. E ho quasi sempre viaggiato zaino in spalla, in posti non molto convenzionali, cercando di fare sempre tutto da solo. A dir la verità, non ho mai amato viaggi organizzati. Da qui è nata l’idea di fare qualcosa di dirompente nel mondo dei viaggi, mondo già strapieno di colossi come Expedia, Booking, Kayak e così via. Mi sono chiesto: perché non dare la possibilità a chi vuole viaggiare in autonomia di organizzarsi online, postare il proprio itinerario di massima, dare la possibilità ad altre persone di unirsi e poi partire insieme per una meta comune?

E per il futuro, hai altre idee che bollono in pentola?

Certamente sviluppare Kicktraveler e fare in modo che diventi un punto di riferimento per questo tipo di viaggi, soprattutto per i viaggiatori stile backpackers. Poi ci sono anche altre cose che bollono in pentola ma è veramente ancora troppo presto per parlarne.

Grazie Maurizio… un’ultima domanda: dove andrai in vacanza?

Purtroppo, anzi per fortuna, sto per cambiare casa e quest’estate non ho ancora programmato nulla in vista del trasloco, i lavori e tutto quello che ne segue. Mi sarebbe piaciuto andare in Perù. Finirà che farò qualcosa molto last minute, magari usando proprio Kicktraveler.

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Daniele Bailo

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