Se oggi l’Europa si scattasse un selfie, che immagine verrebbe fuori?” E’ questa la domanda che il premier Matteo Renzi ha rivolto ai membri del Parlamento europeo, riuniti in sessione plenaria per il discorso di insediamento dell’Italia alla Presidenza del Consiglio d’Europa. Dall’immagine di un volto stanco, rassegnato e annoiato parte la speranza di Renzi per un nuovo inizio europeo. Una volontà e un impegno necessari per dare  slancio al progetto europeo.

Così, davanti ad un Parlamento attento alle sue parole il premier ha presentato il documento “Europa un nuovo inizio” ovvero il programma che definisce l’agenda italiana alla Presidenza del Consiglio dell’Unione europea nel semestre appena iniziato (1 luglio) e che si concluderà il 31 dicembre 2014.

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Il cambiamento di cui parla il premier è dipinto nei visi e scolpito negli animi di tutti i cittadini dei 28 Stati membri della UE.  Non è il sogno di un Paese – l’Italia – ma un obbiettivo per tutti, per gli europei. Molte le sfide che dovranno essere affrontate: la ripresa dalla crisi economica e finanziaria, l’aumento dell’occupazione, il rafforzamento dei diritti fondamentali e il sostegno ai cittadini europei per tenere il passo con un mondo in rapido mutamento.

I recenti risultati alle elezioni europee hanno dimostrato quanto sia diffusa (ma ancora largamente senza risposta) la richiesta di cambiamento a livello comunitario. Il testimone passa dalla Grecia all’Italia. Due culle della civiltà occidentale oggi però più impegnate a risolvere i problemi finanziari che a discorrere di filosofia e di estetica, come ricorda lo stesso Renzi in un passaggio del suo discorso. L’Europa deve riuscire a sostenere questo ampio sforzo di riforma, a livello nazionale nei diversi paesi, promuovendo incentivi a livello comunitario. Positiva la reazione dei Membri del Parlamento europeo, (molti gli applausi in piedi a conclusione del suo discorso) e positivo anche  il giudizio di José Barroso, presidente della Commissione, che, prendendo la parola dopo Renzi, ha ricordato quanto sentito sia il “bisogno di un Italia forte per far progredire l’Europa” .

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Valentina Marchioni

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