Attualità

Gli Stati Uniti 'riscoprono' la politica

di 4 Novembre 2008Marzo 5th, 2017No Comments

Sono in molti a sostenere che alle elezioni statunitensi che, di fatto, segnano le sorti mondiali, dovrebbero prendere parte i cittadini di tutto il mondo. In mancanza d’altro, per il momento ci si potrebbe accontentare delle previsioni di affluenza alle urne. Secondo tutti gli analisti, infatti, le elezioni 2008 si caratterizzeranno per una partecipazione degli elettori altissima: addirittura si potrebbe arrivare ad un’affluenza totale superiore al 65%. Il dato sarebbe sorprendente, se si pensa che le elezioni che finora detengono il primato in questa particolare classifica, quelle del 1960 che videro Kennedy prevalere su Nixon, si recò al voto il 63,8% degli aventi diritto.

La tendenza in atto testimonia la voglia di politica e l’interesse diffuso che si respira negli Stati Uniti, a differenza dei movimenti della cosiddetta “antipolitica”, sempre più presenti in Europa e anche in Italia. I cittadini, dunque, dimostrano di avere fiducia nel sistema, tanto da voler partecipare attivamente al suo cambiamento, tramite la massima espressione (almeno sulla carta) della democrazia e della sovranità del popolo: il voto. Il segnale che arriva da Washington è quindi un segnale di speranza e di rinascita, a discapito della crisi economica che sta travolgendo il mondo – e gli Stati Uniti non ne sono immuni, anzi – e che avrebbe potuto portare i cittadini a voltare le spalle al mondo decisionale della politica.

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Di fronte a tutto ciò, e rispetto al fenomeno di cui si sta parlando, poco importa se a vincere sarà Obama (il primo Presidente di colore, nonché il più giovane della storia degli Stati Uniti), oppure il candidato repubblicano McCain (il più vecchio Presidente della storia degli Stati Uniti). Chiaramente in molti rimarranno delusi, in un caso o nell’altro, ma la partecipazione attiva e massiccia dell’opinione pubblica rimane a priori una buona notizia.

Se davvero avverrà un cambiamento, se si potrà parlare dell’inizio di una nuova era, se da dopodomani il mondo non sarà più lo stesso… questo potremmo dirlo solo tra qualche anno, e forse saranno considerazioni che potranno fare gli storici tra decenni. Per adesso possiamo accontentarci della partecipazione popolare che sarà. In una realtà sempre più disillusa e apparentemente senza speranze e sogni per il futuro, questo è già il vero cambiamento. Un ottimo modo per ricominciare, e che vinca il migliore.

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Stefano Torelli

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