Dopo le ultime forti scosse di ieri sera, non si arresta il bilancio dei danni agli edifici e alle attività produttive di Emilia Romagna e nord Italia. Ma, al conto dei gravissimi danni umani e strutturali, va ad aggiungersi un aspetto poco noto alle cronache: anche gli animali vivono in stato di sofferenza, in particolare gli animali domestici, sfollati insieme ai padroni, che dai loro cani e gatti proprio non si vogliono separare.

E così, nelle zone terremotate, si stanno realizzando anche canili e gattili di fortuna vicino alle tendopoli. A Finale Emilia e Mirandola, ad esempio, il servizio veterinario dell’Azienda Ausl di Modena sta collaborando alla realizzazione di punti per accogliere cani e gatti vicino alle tendopoli. È una richiesta arrivata dalle persone che vivono nei campi, che vogliono continuare ad accudire i loro animali senza separarsene – ha spiegato Giorgio Nanetti, direttore del servizio veterinario, “Questo lavoro lo sta organizzando la Protezione animali, ma con il nostro controllo sotto il profilo igienico-sanitario.”

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Il volontariato sta dando un grosso aiuto nell’accudire gli animali domestici. Si mira ad accogliere cani e gatti in gabbie o recinti, a seconda delle possibilità. Ma ci sono anche molti animali che in tenda o in auto non possono assolutamente stare.

Il centro di recupero della fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena – che dopo la prima scossa di terremoto del 20 maggio scorso aveva messo in salvo rondini e rondoni, travolti dalla macerie del sisma – ha iniziato ad accudire anche i piccoli animali domestici diversi da cani e gatti: papere, conigli, roditori, pappagalli e canarini, portati nella struttura del Pettirosso dai proprietari, che non possono tenerli con sé nelle tendopoli. Ora, però, anche il centro “Il Pettirosso” chiede aiuto:“Contando anche quelli domestici, oramai siamo arrivati ad ospitare in totale 1.600 animali – spiega il responsabile Piero Milani – abbiamo bisogno di tante cose: mangimi, paglia, fieno, medicinali, gabbie”.

Nelle zone colpite dal sisma è arrivata anche Isotta, l’unità mobile dell’Enpa per il soccorso agli animali coinvolti nelle gravi emergenze, operativa nel Modenese e nel Bolognese, per soccorrere i volatili selvatici più robusti, come gufi, barbagianni e gheppi. A coordinare i soccorsi per gli animali è il responsabile nazionale del Servizio Guardie Zoofile, Marco Bravi.

Tutti gli animali colpiti dal sisma hanno ancora ritmi fisiologici alterati. I suini e le mucche d’allevamento, che come ha ricordato anche la Coldiretti, sono ancora scombussolati dallo sciame sismico: per il terrore, si rifiutano di mangiare adeguatamente e non dormono. E così, sin dal 20 maggio scorso, anche la produzione di latte è in calo del 15%.

Fonte: gazzettadimodena.gelocal.it

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Laura Pavesi

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