In tempi di crisi, c’è chi si ingegna e, al posto dell’euro, c’è sceglie il baratto per consentire ai propri clienti di pagare il conto. A fine settembre 2012, a Firenze aprirà un’osteria dove chi vorrà, invece di saldare il conto in denaro, potrà farlo barattando la cena con frutta e verdura fresca di stagione, pezzi di artigianato o qualsiasi altra cosa, purché preventivamente concordata coi gestori. Sembra uno scherzo, ma i titolari del ristorante garantiscono che è tutto vero. 

Il locale, ubicato nel centro storico di Firenze, avrà 40 posti e un look da taverna tradizionale, come spiega la titolare, Donella Faggioli. L’inaugurazione e l’apertura ufficiale sono annunciate per fine settembre.  Il nome scelto dal nuovo ristorante la dice molto lunga“L’è Maiala”, espressione fiorentina che significa ”E’ dura!”, “Sono momenti difficili!”.

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Immaginiamo, per un momento, di non voler rinunciare ad una cena tipica toscana e di avere la possibilità di non sborsare 1 euro per il conto, ma solo scambiando qualcosa che abbiamo già a disposizione in casa. Ebbene, questo locale esiste ed ha detto sì al baratto, lanciando nel mondo della ristorazione una piccola ed ironica provocazione “scaccia-crisi”.

Gli avventori de “L’è Maiala” potranno accordarsi – al momento della prenotazione – su cosa, quanto e come barattare in cambio di una cena. I generi accettati per lo scambio? Sarà data priorità alle primizie contadine delle campagne toscane, ma anche ad artigianato locale, antiquariato e modernariato inclusi. Ma ben accetti saranno anche oggetti di bricolage e di design.

“L’è Maiala” (nella foto a destra, il logo) farà del suo punto di forza la classica cucina toscana “dei nonni”, dalle porzioni abbondanti e dai prezzi popolari. “Per venire incontro a chi, in tempi di ristrettezze non vuole comunque rinunciare a qualche cena fuori”, ha dichiarato Donatella Faggioli,combattiamo la crisi offrendo anche la possibilità di pagare in beni reali, anzichè con i soldi“. 

Potrà trattarsi di prodotti della terra, ma anche di manufatti d’antiquariato, modernariato, “cose concrete insomma, e possibilmente legate alle tradizioni e ai costumi toscani: non vogliamo certo diventare un incrocio tra un’osteria e un robivecchi”. 

Chi intenderà barattare, anziché saldare il conto in moneta, dovrà però farlo preventivamente per telefono, al momento della prenotazione. “A quel punto”, ha spiegato la titolare, “si aprirà una trattativa di scambio da cui verrà fuori, in caso di accordo, il menù offerto a fronte di un paniere di cose che accetteremo in pagamento”. Nel locale si servirà rigorosamente cucina tradizionale tosca: “Quella della nonna, tanto per intendersi. A prezzi, ovviamente, popolari e anti-crisi“.

 

 

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