C’è anche un’italiana, una donna di 37 anni tra coloro che hanno vinto il Pecase (Presidential Early Career Awards for Scientists and Engineers), l’onorificenza che la Casa Bianca assegna dal 1998 ai 100 talenti che si sono distinti di più agli inizi della loro carriera. Si chiama Raffaella De Vita, e da più di 10 anni vive negli States, lavorando come professore associato al Virgin Tech. E’ una scienziata, ha due figli e viene da una famiglia di Marcianise, un paese di 46mila persone tra Caserta e di Napoli, conosciuto alle cronache per la mafia imperante, l’inquinamento ambientale e illeciti amministrativi. Una terra non facile che oggi però trova nell’esperienza di Raffaella una nuova spinta al cambiamento.

La notizia della premiazione Raffaella l’ha diffusa in fretta, non per alimentare il suo ego: “Volevo lanciare un messaggio. Dare una speranza. Ci sono un sacco di persone a Marcianise (suo paese d’origine che non ha mai dimenticato ndR), in provincia di Caserta, che sono oneste e lavorano duro. Ma l’immagine che viene proiettata all’esterno è quella che conosciamo“.

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Dopo il diploma allo scientifico, Raffaella si laurea con lode all’Università Federico II di Napoli. Con quel foglio di carta in mano decide poi di rischiare tutto e parte per gli Usa dove frequenta un Master of science e conclude un dottorato alla Univerity of Pittsburgh, sempre in Ingegneria Meccanica. Poi inizia a dedicarsi all’ingegneria bio-medica, e nel 2012 ottiene il finanziamento governativo per uno studio sui disturbi del pavimento pelvico, un problema ancora oggi difficile da diagnosticare che in America riguarda una donna su tre.

raffaella-de-vitaAnche negli States anche Raffaella però fatica ad emergere con la sua ricerca, perché come racconta al Sole 24 Ore “C‘è un imbarazzo di fondo nel parlare di determinati contenuti. Penso sia un problema diffuso tra le donne, che agli uomini non interessa. E ci sono molti punti interrogativi…“. Eppure oggi i suoi meriti sono stati riconosciuti e con grande risonanza.

Con il suo esempio Raffaella vuol far sapere che si può fare, anche partendo da zero, da un’area del Paese spesso al centro della cronaca per episodi di criminalità: “Mio papà era operaio, sono cresciuta grazie alle borse di studio. Bisogna ascoltare chi merita” .

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