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Una lotta attenta e puntuale contro la contraffazione che coinvolga tutti gli Stati Europei e in primis ai cittadini. Con questo scopo nasce la campagna promossa dalla Commissione Europea e presentata negli scorsi giorni, “EU Stop fakes”. Una campagna per la difesa del “made in” che punta a far alzare la guardia a tutte le nazioni europee e alle persone che vi risiedono , veri motori dell’economia, affinché si sensibilizzino nel proteggere l’originalità, la produttività e il lavoro del proprio Paese e dell’Europa in generale, consumando consapevolmente.

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Questo perché, quello della contraffazione, è un problema che non ha solo ricadute pesanti sull’economia, ma ha conseguenze negative anche sugli stessi individui. Mina la salute e sicurezza dei cittadini, visto che due degli ambiti dove purtroppo la contraffazione trova maggior terreno sono quelli farmaceutico e alimentare, e mette a rischio posti di lavoro, colpendo le aziende lecite che sono costrette a soccombere sotto la lama della “concorrenza” sleale e illegale: si calcola quasi un 1 milione di lavoro, ad esempio, nel settore tessile.
Ma la contraffazione è anche un problema etico, visto che il traffico di falsi è in mano alla criminalità organizzata, cosa ancora più spiacevole se pensiamo al fatto che i criminali non versano tasse e ciò significa che sono poi i contribuenti a pagarne le conseguenze.

Il 27 gennaio 2014, a Roma, il Vice Presidente della Commissione europea, Antonio Tajani e il Presidente del Senato Pietro Grasso, hanno fatto un punto della situazione sulle azioni intraprese fin’ora e sull’impatto della campagna in alcuni degli Stati membri come Bulgaria, Germania e Francia.

Con “EU Stop fakes”la Commissione Europea lancia così un appello, per rispondere a chiare lettere a questo problema: “No alla contraffazione. Scegli l’originale!”, sottolineando che, per un problema di così vasta portata, uno Stato solo non può fare molto, mentre al contrario la forza dell’Europa, con le nazioni unite, può vincere la battaglia.

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