I sindaci italiani, attualmente, possono essere eletti al massimo per due mandati consecutivi. Negli ultimi mesi, diversi sindaci e presidenti di regione italiani si sono espressi favorevoli a una modifica del sistema attuale delle cose. Si tratta soprattutto di politici che si trovano al loro secondo mandato e che vorrebbero ricandidarsi alle prossime elezioni comunali o regionali. Il dibattito che si è sviluppato ha generato diverse argomentazioni – sia favorevoli che contrarie – riguardo alla proposta. Inoltre, il confronto è un’opportunità per analizzare anche le differenze tra l’Italia e gli alti paesi europei.

Il limite dei sindaci italiani e la normativa attuale

La disciplina delle elezioni comunali è competenza statale (art. 117 della Costituzione italiana). Questo significa che lo Stato decide attraverso leggi o decreti il limite massimo dei mandati del sindaco di un comune. La questione è più complicata per le regioni. Infatti, quest’ultime possono legiferare in maniera autonoma per decidere il limite dei mandati del presidente della regione (art. 122 della Costituzione italiana), anche se nel tempo la legge 2 luglio 2004 ha previsto un limite anche regionale.

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La legge n. 81/1993 introdusse il limite dei due mandati consecutivi. Successivamente, il testo unico degli enti locali (Tuel) e la legge Delrio hanno modificato la durata del mandato e il limite massimo per i comuni sotto una certa soglia di abitanti. Il limite massimo dei mandati dei sindaci italiani è rimasto però invariato.

L’eccezione riguarda i comuni sotto i 5.000 abitanti, per i quali è previsto il limite di tre mandati. In Italia ci sono 318 su 377 (84%) comuni sotto i 5 mila abitanti. Inoltre, secondo i dati di Openpolis, circa il 47% dei sindaci italiani ricopre attualmente il secondo mandato.

Nel 2022, la Regione Sardegna ha modificato il proprio statuto per estendere a quattro il limite massimo dei sindaci dei comuni fino a 3 mila abitanti. In seguito, la corte costituzionale ha censurato tale modifica (sentenza 60/2023) non considerando la peculiarità della regione motivo ragionevole di modifica del limite.

Nella sentenza si legge “ha lo scopo di tutelare «il diritto di voto dei cittadini, che viene in questo modo garantito nella sua libertà, e l’imparzialità dell’amministrazione, impedendo la permanenza per periodi troppo lunghi nell’esercizio del potere di gestione degli enti locali, che possono dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo»”.

Il dibattito e le diverse posizioni

Diversi sindaci e presidenti di regione si sono esposti a favore dell’estensione, e in alcuni casi dell’abolizione, del limite del mandato politico. Lo stesso presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, si è espresso a sostegno del terzo mandato.

In generale, le principali ragioni del sostegno all’estensione sono riconducibili a una maggiore democraticità, al confronto con le altre cariche politiche e con gli altri paesi. Altra argomentazione è la difficoltà crescente nel trovare candidati alla carica per i comuni più piccoli. Infatti, in questi casi i compensi e le responsabilità rendono l’attività poco attraente.

Numero di rielezioni dei sindaci italiani dal 1997 al 2020. Fonte: YouTrend

Numero di rielezioni dei sindaci italiani dal 1997 al 2020. Fonte: YouTrend

D’altro canto, la posizione della corte costituzionale fornisce varie argomentazioni contro l’estensione del limite del mandato elettorale dei sindaci italiani. Clientelismo e rendita di posizione sono alcuni dei principali rischi dell’estensione del mandato secondo i divergenti. Anche gli attuali leader del Movimento 5 stelle e del Partito Democratico si sono dichiarati contrari all’estensione del limite, nonostante le pressioni dei presidenti della regione dei corrispettivi partiti. Il governo, invece, non ha assunto ancora una posizione netta sul tema.

La situazione nei municipi esteri

In Europa, la maggior parte degli enti locali prevede un limite per i sindaci che varia solitamente da 4 a 6 anni per mandato. Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE) ha pubblicato per il suo 60esimo anniversario un dossier con le principali informazioni a riguardo.

Nei principali paesi europei non è previsto un limite dei numeri di mandati. Mentre in diverse città degli Stati Uniti D’America è previsto fino a un limite di due consecutivi. Inoltre, negli stati federalisti, la situazione varia da città a città, poiché lo stato lascia margine di discrezionalità.

In conclusione, l’evoluzione della società e della partecipazione politica ha innescato la necessità di riflettere su eventuali modifiche delle regole democratiche del nostro paese. Mentre in Europa il sistema locale rimane molto variegato, in Italia una maggiore sussidiarietà delle decisioni potrebbe risultare un valore aggiunto per i cittadini e i sindaci dei comuni italiani.

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Giuseppe Palomba

Giuseppe Palomba

Dottore politologo di matrice napoletana, attualmente studio relazioni internazionali alla Federico II e coltivo la mia ossessione verso l'Unione europea.

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