Di Margherita Hack, abbiamo tutti un’immagine veneranda. Nostra Signora delle Stelle, la chiamavano alcuni. E a ragione. Astrofisisca di fama internazionale, la Hack indagava i corpi celesti e le leggi delle universo con un approccio inedito, fatto di rigore materialista intriso di poesia. Se per Shakespeare, l’uomo è della materia di cui son fatti i sogni, per Margherita Hack l’uomo è figlio delle stelle. “Tutta la materia di cui siamo fatti noi – disse – l’hanno costruita le stelle: tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono all’interno delle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultano di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle.”

 Eppure, Margherita Hack non era solo Nostra Signora delle Stelle, così come non era solo l’anziana signora sorridente nota a tutti.  Da giovane, la Hack giocava a pallacanestro e scorazzava per Firenze in motocicletta. Pare fosse anche campionessa di salto in alto e in lungo: una vera potenza della natura, dietro cui già si profilava un futuro da donna volitiva, che avrebbe spaziato anche in campi che, con l’astrofisica, non avevano nulla a che vedere. Sì, perché Margherita Hack era innanzitutto una donna che aveva fame di vita e una passione declinabile in ambiti anche molto distanti tra loro.

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Impegno sociale, amore per gli animali, rigore scientifico associato a estro creativo: tutto questo era Margherita Hack. L’assegnazione del premio creato in suo nome da Salvo Nugnes con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dell’INAF, ha celebrato in modo eloquente i mille volti di Nostra Signora delle Stelle. Salvo Nugnes è il fondatore di Agenzia Promoter, da 25 anni punto di riferimento nell’organizzazione di eventi culturali e nel management artistico di personalità del calibro di Vittorio Sgarbi, Francesco Alberoni, Alba Parietti, Cristiano De André, Katia Ricciarelli e Amanda Lear, oltre che della stessa Hack, con la quale ha condiviso un rapporto di profonda amicizia. Nugnes è anche il promotore del circuito di gallerie Milano Art Gallery, che conta ad oggi già numerose sedi: la principale a Milano, poi Venezia, Spoleto, Siena, Roma e a Bassano del Grappa (VI).

L’assegnazione del Premio Margherita Hack è stata quindi un affettuoso tributo d’amicizia e non solo un modo per ricordare l’astrofisica a due anni esatti dalla sua morte. Si è trattato quindi di un momento di forte impatto emotivo, ma non solo: la cerimonia è stata anche un riflesso eloquente di quel vasto ventaglio di passioni e competenze che rendevano Margherita Hack una figura unica. Ecco perché il premio, assegnato a Spoleto qualche giorno fa, si è tradotto in realtà in una rosa di premi: a Carlo Verdone per la cultura, a Sergio Ferrara per la scienza, a Bertozzi & Casoni per l’arte.  “Vogliamo mantenere sempre viva la memoria di quanto ha fatto per noi Margherita, nei tanti anni di studi e ricerche”  ha dichiarato Nugnes.

Commemorativo, quindi, il Premio lo è stato sul serio, ma nel senso migliore del termine: celebrando, cioè, i tanti anche meno evidenti aspetti che hanno reso Margherita Hack un personaggio irripetibile. Come donna, in primis. Ecco il senso più profondo dei premi assegnati alla campionessa olimpionica Federica Pellegrini per lo sport, al direttore d’orchestra Speranza Scappucci per l’eccellenza femminile e a Piera Rosati per l’impegno animalista. Un riconoscimento, quest’ultimo, che ricorda allo stesso tempo uno degli aspetti più intimamente umani della Hack: l’amore per gli animali. Lo sapeva bene chi la conosceva e frequentava la sua casa, dove i gatti imperversavano ed erano davvero ‘di famiglia’. Margherita Hack era una vegetariana convinta, che non aveva mai mangiato carne e mai ne avrebbe mangiata, come amava dire. “Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente, sia un po’come uccidere noi stessi – dichiarò una volta – e non vedo differenza tra il dolore di un animale e il dolore di un essere umano.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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