Le piattaforme streaming hanno subìto un calo notevole degli abbonamenti. E la creazione di contenuti seriali sta affrontando un periodo non particolarmente facile. C’è un disinteressamento da parte del pubblico? Oppure sono troppe le scelte a disposizione?

Piattaforme streaming in calo

In quest’ultimo periodo, soprattutto, si è registrata la perdita di fedeli abbonati. In parte questo riscontro negativo potrebbe derivare dalla “crisi” che sta attraversando il settore delle serie tv. Certamente lo sciopero degli sceneggiatori hollywoodiani ha influito sul calo, rallentando anche il processo di produzione delle serie televisive.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Inizialmente l’offerta proposta garantiva una grande varietà, ogni genere per ogni tipo di target. Ultimamente invece si denota la presentazione di una formula che si ripete, sempre più frequentemente. Dalla tipologia di narrazione alle caratteristiche dei personaggi, dalle tematiche trattate al lato tecnico, come la fotografia: contenuti meno ricchi.

La voglia di raccontare qualcosa di nuovo, qualcosa di vero, troppo spesso si perde in mezzo a tutti questi reboot e remake. Dove sono le serie tv che acclamavamo tutti per la narrazione, l’arco narrativo dei personaggi, la costruzione e lo sviluppo della storia?

La risposta “pubblicità”

Tante piattaforme streaming, specialmente negli Stati Uniti, hanno introdotto inserti pubblicitari negli abbonamenti. Spot che possiamo trovare all’inizio, durante o alla fine di un prodotto. A discrezione delle diverse società.

Una scelta che in apparenza porterebbe a propendere per un allontanamento ulteriore del pubblico. Invece moltissimi spettatori, per un costo inferiore, hanno dimostrato di voler accogliere questa possibilità con interesse. In America, dei nuovi iscritti nel 2023, il 18% di quelli di Netflix hanno optato per l’abbonamento con le pubblicità. Ma le percentuali aumentano con altre piattaforme streaming. HBO Max sale al 21%, Paramount+ raggiunge il 31%, per poi arrivare al 36% di Disney+ e il 43% di Discovery+. E si è giunti a questi risultati in soli pochi mesi.

Raramente un utente si abbona ad una sola piattaforma streaming, solitamente sottoscrive un abbonamento a due o anche a tre. In casi come questi, il risparmio annuale delle offerte tendenzialmente più economiche degli abbonamenti con gli inserti pubblicitari è notevole. Con la crisi economica mondiale degli ultimi anni, è una prospettiva che attrae molti.

Le pubblicità sono il futuro delle piattaforme streaming?

Le pubblicità sono arrivate verosimilmente per restare. Cambiano radicalmente le intenzioni e prospettive delle piattaforme streaming. Per prima cosa, rappresentano un introito ulteriore e costante per le società. E in particolar modo aumentano ancora di più il divario e il valore che separa le serie più seguite da quelle meno viste. Una sfida che influirà sulla qualità delle serie tv?

Le serie con il maggior numero di ascolti con il tempo presenteranno più spot pubblicitari. Una visione che ricorda il modello televisivo. In sostanza, un ritorno alle origini. Tradizione, innovazione: innovazione, tradizione. Un circolo continuo.

Incentrarsi sulla qualità dei prodotti offerti dalle piattaforme streaming, che siano essi seriali o meno, è il primo passo. Dimostrare di avere realmente qualcosa da raccontare, l’interesse e la passione di volerlo fare, narrare in chiave totalmente diversa. Il pubblico si riavvicinerebbe automaticamente. Mostrando la voglia di scoprire. Integrando questo aspetto nella produzione dei prodotti, sarebbe un ottimo incentivo agli abbonamenti.

Leggi anche:

Musica, tra innovazione e streaming: la rivoluzione del digitale

Film indipendenti: l’originalità è l’investimento del futuro

Condividi su:
Chiara Andriani

Chiara Andriani

Chiara Andriani. Mi sono diplomata al Liceo Linguistico, avendo sempre avuto un interesse e un orecchio attento per le lingue. Fin dall'infanzia ho mostrato un particolare coinvolgimento ed entusiasmo verso l'universo letterario e cinematografico e una passione per la musica. L'attrattiva verso la scrittura mi ha spinto a cercare un modo per renderla parte integrante della mia vita di tutti i giorni, portandomi alla scoperta anche del giornalismo e di BuoneNotizie.it. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici