Nonostante i centinaia di prodotti di credito presenti sul mercato, trovare un mutuo conveniente resta un’impresa comunque difficile. In realtà in questo momento i tassi di interesse si stanno abbassando, tanto che molti clienti valutano soluzioni alternative, come l’informarsi sulla surroga del mutuo, utile per capire se è possibile trasferire il proprio mutuo verso una nuova banca che offra condizioni migliori. Parallelamente al mercato dei mutui, cresce o cala anche quello immobiliare, per forza di cose legato alla disponibilità di capitali delle famiglie e dei giovani.

Il 2013 sarà ricordato come un anno nero per le compravendite immobiliari che, dopo il calo vertiginoso degli ultimi anni, l’anno scorso avevano toccato i livelli del 1985. Ora la situazione sembra lentamente in miglioramento, almeno secondo i dati che emergono dal Rapporto Immobiliare di Abi e Agenzia delle Entrate. A fine 2013 si era già registrata la crescita dell’indice di affordability, ovvero la disponibilità di accesso all’acquisto da parte delle famiglie, mentre il mercato dei mutui da segnali maggiori di ripresa, con un aumento del 20% a inizio 2014.

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Vale la pena però, prima di passare alle notizie positive, di ricordare da che annus horribilis proveniamo: le compravendite immobiliari hanno registrato un calo del 9,2% rispetto al 2012 (che già era stato un anno di crisi profonda), riportando il settore ai livelli del 1985. Per dare una dimensione più quantificabile, la diminuzione, in termini di fatturato, è stata di oltre 8 miliardi. Le perdite più gravi hanno riguardato le isole (-10,8%) e le aree del centro (-10,3%), a seguire il sud (-9,8%), il nord ovest (-8,8%) e il nord est (-7,5%).

Questo è il passato, anche se piuttosto recente. Passando al presente, sembra che i trend assolutamente positivi di inizio 2014 vengano confermati dal Rapporto di Abi: le banche stanno lentamente e con cautela riaprendo i rubinetti dei mutui, abbassando anche i tassi di spread per l’acquisto della prima casa. Nel primo trimestre del 2014, l’erogazione dei mutui è cresciuta di oltre il 20% rispetto al 2013.

Un dato molto importante che era stato in parte anticipato dalla salita dell’indice di affordability che varia in funzione del reddito disponibile, del prezzo della abitazioni e dei tassi di interesse. Un indice generale che dà quindi segnali di miglioramento in tutti i campi che ne caratterizzano le oscillazioni: se il dato migliora, crescendo del 6,7% rispetto al 2012 e tornando ai livelli pre-crisi, questo deriverà in parte dalla maggiore solidità dei redditi e dalla diminuzione dei tassi di interesse dei mutui e dei prezzi degli immobili.

Oltre il 50% delle famiglie si dice oggi capace di sostenere l’acquisto di una prima casa. Secondo il Direttore Generale dell’Abi Giovanni Sabatini, l’indice di affordability è «un indicatore della solidità delle famiglie, un elemento fondamentale che ha garantito anche durante questi cinque anni di crisi la tenuta del nostro sistema». Appare chiaro dai dati che, almeno per quello che riguarda i mutui e il mercato immobiliare, la situazione sia in netto miglioramento rispetto agli scorsi anni.

Anche se il settore immobiliare, legato a quello del credito, è in qualche modo la cartina tornasole dello stato economico di un paese, è ancora troppo presto per festeggiare l’uscita dalla crisi: la situazione economica e soprattutto quella occupazionale in Italia resta molto fragile, tutto dipenderà dalle azioni che i prossimi governi faranno nei mesi avvenire.

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Linda Iulianella

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