Ancora una volta con il bistrattato Istat da parte di molti quotidiani, che pur di fare notizia ignorano la serie storica. Ecco i titoloni strillati:

Istat, la produzione industriale a settembre cala del 2,1% su base annua (RAINEWS)

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Istat, la produzione industriale in Italia scende ancora: è il settimo calo consecutivo (OPEN)

Dando un’occhiata ai numeri scopriamo, ancora una volta, che la situazione non è così tanto grave come viene (quasi sempre) descritta. Proviamo a osservare la serie storica dei dati destagionalizzati (cioè dati “ripuliti” – con metodi statistici – dai cambiamenti relativi ad elementi stagionali, come fattori metereologici, consuetudinari, legislativi e dagli effetti calendario – come i giorni festivi – nel caso siano rilevanti) a partire dal 2007, cioè dall’anno precedente l’inizio della crisi economica. In questo modo scopriamo che la produzione industriale nel suo complesso (ad esclusione dell’industria delle costruzioni) ha subìto molti alti e bassi nel corso del tempo. E il “basso” più consistente non è quello registrato a settembre 2019. Infatti, nonostante ci sia una decrescita nella produzione, non è così drammatica come viene raccontata.

Ponendo come base per l’analisi il 2015 pari a 100 (così come riportato dall’Istat) è possibile capire di quanto è cresciuta o diminuita la produzione industriale. Ed è proprio procedendo in questo modo che si scopre che, sebbene la produzione industriale nell’agosto 2007 abbia raggiunto il picco del 28,8% in più rispetto al settembre di quest’anno, è pure vero che il valore più basso registrato in tutti questi anni è quello del marzo 2009, periodo in cui la produzione rispetto ad oggi era diminuita addirittura del 7,4%.

Sempre in riferimento al valore attuale, analizzando i dati scopriamo che sono molti i periodi in cui c’è stato un calo della produzione, come nell’agosto 2014 con il 7,3% in meno, nell’aprile 2009 e nell’ottobre 2014 con il 6,9% in meno, o nel luglio 2014 con il -6,1% e così via. Come si può notare anche dal grafico sotto riportato realizzato dall’Istat, questi e altri valori bassi sono stati registrati molto spesso nel corso degli anni:

Stesso discorso vale per i beni intermedi. Infatti, rispetto alla situazione attuale, ci sono stati dei periodi in cui la produzione è diminuita, come è accaduto nell’agosto 2009, con una contrazione addirittura del 10,5%, o del marzo 2009 con un -4,4%:

Per i beni strumentali, rispetto ad oggi la situazione spesso è andata peggio: solo per fare qualche esempio, nell’agosto 2009 sono stati realizzati il 25,6% in meno; nel giugno del 2009 c’è stata una diminuzione della produzione del 22,4%; e nell’agosto e nel dicembre 2013 sono stati prodotti il 15,9% in meno:

Per quanto riguarda i beni di consumo durevoli, confrontando la situazione attuale con gli anni precedenti, nonostante alcune volte la produzione sia stata più elevata rispetto ad adesso, possiamo notare che situazioni peggiori rispetto all’attuale ce ne sono state. Com’è accaduto nel novembre 2013 con il 13,5% in meno di beni di consumo durevoli prodotti; o nell’ottobre 2013, in cui vi è stata una riduzione dell’11,7%:

I beni di consumo non durevoli hanno ricevuto una diminuzione nella produzione rispetto all’attuale. Basti pensare alla loro produzione nel marzo 2009 che è stata soggetta a una contrazione del -7,6% o settembre 2014, con una riduzione del 6%:

In linea generale, i beni di consumo hanno subìto dei consistenti cali nella loro produzione, come è successo nell’aprile 2013, momento in cui c’è stata una riduzione dell’8% rispetto a quella attuale, o nel febbraio 2012, con una riduzione del 4,3%:

Infine, identico discorso riguarda la produzione di energia. Che, rispetto ad oggi, nel gennaio 2018 è diminuita addirittura dell’11%; del 5,1% nel febbraio 2014; dell’1,7% nell’ottobre 2013:

In linea generale, osservando i grafici possiamo dire che nel corso degli anni sono state maggiori le risalite che le “cadute” della produzione. Inoltre, l’analisi della serie storica porta a capire che dopo queste “cadute” c’è sempre stata una ripresa. Perciò, non è detto che a questa diminuzione attuale della produzione ne seguano altre. In sostanza, come recita il titolo di una famosa canzone di Ligabue, niente paura! E sì, perché abbiamo passato periodi peggiori rispetto a quello che stiamo vivendo quest’anno. Non così “disastroso” come lo si vuole spesso – e a torto – descrivere e raccontare.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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