Il rapporto “Fattore e-commerce”, presentato a luglio dalla società di consulenza The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon, ci informa che se non ci fosse stato l’effetto della diffusione del commercio elettronico negli ultimi 6 anni l’inflazione in Italia sarebbe stata del 5% più alta.

Questa è la prima ricerca realizzata in Italia che ha registrato l’andamento del prezzo di 23mila articoli degli ultimi 6 anni. L’analisi ha permesso di scoprire gli effetti dell’inflazione in Italia sui cittadini e le imprese.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Il rapporto “Fattore e-commerce”

Con la raccolta di dati si è costruito il primo e unico database in Italia contenente 1 milione di prezzi di beni venduti online. Attraverso il confronto dei dati risulta che i prezzi online si sono dimostrati più stabili negli ultimi tre anni rispetto a quelli del paniere Istat anche in periodi caratterizzati da alta inflazione.

Il paniere è un elenco di prodotti di riferimento per rilevare i prezzi. Questo elenco preparato dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, cambia ogni anno in base alla richiesta da parte dei consumatori. Il suo scopo è rappresentare l’evoluzione dei consumi delle famiglie e delle novità normative.

Dal rapporto si evince che sono state nove le categorie merceologiche che in Italia hanno beneficiato della stabilità dei prezzi on line senza subire gli effetti negativi dell’inflazione. Fai da te, gioielli e orologi, salute e cura della persona, bellezza, grandi elettrodomestici, giardino e giardinaggio, accessori auto e moto, giochi e giocattoli, illuminazione.

L’e-commerce e i costi fissi

Amazon si può considerare un grande mercato in cui privati, piccole, medie e grandi imprese possono aprire il loro negozio. Rispetto al commercio tradizionale i costi sono sicuramente più bassi: viene meno certamente il costo del gas e dell’energia elettrica con gli aumenti relativi, invece dell’affitto viene pagata una percentuale sulle vendite trattenuta da Amazon. Pertanto, la riduzione dei costi fissi ha permesso alle aziende presenti sulla piattaforma Amazon di non perdere vendite e ai consumatori di acquistare a prezzi più bassi rispetto al negozio sotto casa riuscendo quindi a contenere l’inflazione in Italia.

Questo dato attribuisce all’e-commerce un ruolo socio-economico in Italia. Leggendo il rapporto “Cittadini e Ict”, pubblicato dall’Istat il 17 marzo scorso, notiamo che la pandemia ha indotto un aumento della digitalizzazione del 6,5% tra il 2020 e il 2021. Successivamente, col termine della pandemia, non si è registrata una diminuzione: significa che il livello di digitalizzazione è stato consolidato. Continuando a leggere i dati scopriamo l’attività online della popolazione. Il 48,2% degli individui dai 14 anni in su ha effettuato acquisti online da privati e il 45,4% ha stampato o scaricato moduli dai siti web della pubblica amministrazione negli ultimi 12 mesi.

Il commercio tradizionale e l’inflazione in Italia

Il commercio tradizionale ha comunque mantenuto i prezzi stabili su alcune categorie merceologiche, da quanto risulta nello stesso rapporto Ambrosetti.

  • cd, film e tv;
  • elettronica e informatica;
  • prodotti per animali domestici;
  • libri;
  • moda e abbigliamento;
  • prodotti per la prima infanzia.

Un articolo di una di queste categorie acquistato nei negozi fisici rimane competitivo rispetto alla vendita online.

Questo dato indica che gli acquisti effettuati online possono essere complementari agli acquisti effettuati nei negozi fisici. Le categorie che hanno prezzi più convenienti nell’acquisto online corrispondono al 12,5% dei consumi totali delle famiglie italiane mentre quelle più vantaggiose nell’acquisto tradizionale rappresentano il 9,7%. Il consumatore che attua un confronto prima su entrambi i mercati e un acquisto dopo ottiene un risparmio significativo. In questo modo il potere d’acquisto diventa più forte altrimenti l’aumento delle retribuzioni non è sufficiente a compensare l’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione. Le aziende dal canto loro, attuano una forma di sostegno alle famiglie applicando delle politiche di welfare che mitigano l’impatto dell’inflazione.

Condividi su:
Francesco Ravenda

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda, informatico. Appassionato di gestione aziendale e di podcast, attento alle dinamiche sociali, mi piace informare, raccontando. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici