Per cercare di trovare una soluzione ai continui aumenti legati al settore energetico, l’Italia propone un price cap del gas dinamico. La proposta prevede di porre un limite ai rincari e di evitare restrizioni eccessive da parte del mercato europeo che potrebbero far fuggire la materia prima verso mercati che offrono prezzi più competitivi. Una volta fissato il principio, rimane da decidere come fissare il valore dinamico e a quale indice applicarlo.

La proposta dell’Italia per frenare gli aumenti energetici

Un tetto al prezzo del gas che sia dinamico. Italia, Belgio, Grecia e Polonia hanno preparato un documento che non impegna i proponenti, ma suggerisce delle idee utili al dibattito, in cui delineano le caratteristiche che dovrebbe avere il price cap. Non si tratta di un vero e proprio tetto, piuttosto di un range, una fascia di oscillazione per i prezzi del gas all’ingrosso (non al dettaglio), da applicare a tutte le transazioni all’ingrosso sul gas nell’Ue: non solo su quello importato dalla Russia e non solo su quello utilizzato per la produzione di energia elettrica.

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Si tratterebbe di un “corridoio” dinamico, così definito dal ministro Roberto Cingolani. Il ministro uscente aveva anticipato la preparazione di elenchi puntati, i cosiddetti bullet point destinati a ispirare la proposta della Commissione Europea, basato su un valore di riferimento calcolato usando parametri esterni, come il prezzo del petrolio, del carbone e i prezzi del gas nel Nord America e in Asia e che porterebbe variazioni, per esempio del 5% rispetto al valore centrale. Il valore sarebbe fissato e revisionato costantemente sulla base delle variazioni del paniere di riferimento. L’obiettivo principale di un tetto dinamico così immaginato è ridurre la speculazione, disincentivandola e mitigare l’inflazione. I rincari dell’energia sono alla base dell’elevata inflazione degli ultimi mesi.

Price cap dinamico: l'Italia propone un tetto al prezzo del gas per contrastare i continui rincari
Esempio di fabbrica che utilizza energia h24

Il contenuto della proposta per limitare il caro gas

L’obiettivo è quello di venire incontro da un lato, alle esigenze dei Paesi che non intendono o non possono permettersi di pagare il gas a qualsiasi prezzo, come l’Italia e molti altri, dall’altro alle preoccupazioni dei Paesi nordici. Stati come l’Olanda e la Germania temono che se il prezzo del gas venisse fissato in Europa ad un livello troppo basso, le navi che trasportano il gas naturale liquefatto potrebbero fare rotta verso Oriente. I Paesi più ricchi temono molto di più la carenza di gas che il caro gas. Con un corridoio di prezzo misurato anche sui prezzi del gas in Asia, il rischio di vedere le navi metaniere sparire verso Oriente non ci sarebbe, perché il prezzo sui mercati europei resterebbe ancorato a quello sui mercati asiatici.

Il documento illustra anche tre scenari per il funzionamento del range: uno in cui non c’è rischio di scarsità di gas, come è stato nei mesi scorsi, uno di carenza potenziale e un altro di carenza effettiva. Nel secondo si concederebbero anche transazioni over the counter ossia fuori mercato al di sopra del limite superiore del range di oscillazione del prezzo, che comporterebbero l’utilizzo dei contratti per differenza. Questi accordi sono finalizzati a scambiare la differenza tra il valore attuale del gas e il valore dello stesso al momento della conclusione del contratto. Il range sarebbe quindi anche flessibile, oltre che mobile, adattabile alle diverse situazioni che potrebbero verificarsi.

I dettagli spiegati dagli Stati proponenti

I firmatari del documento, Italia, Belgio, Grecia e Polonia spiegano che un tetto limitato al gas utilizzato per l’energia elettrica, come quello su cui ci si era concentrati finora, non considera i due terzi del mercato e provoca disincentivi alla riduzione dei prezzi: gli importatori saranno compensati per qualsiasi prezzo paghino.

Nella proposta, si precisa come la soluzione potrebbe creare “una passività senza un chiaro limite verso l’esterno“: il prezzo all’importazione può continuare a salire, richiedendo più risorse per mantenere il tetto. Con una soluzione dinamica, invece, si potrebbe portare l’Europa a un rifornimento continuo di materie prime senza subire i rincari. Infine lo scopo è anche quello di gestire le aspettative del mercato e limitare i profitti eccessivi che si realizzano oggi nel settore.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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