C’è chi da piccolo voleva fare l’astronauta e da grande è diventato astronauta. E poi c’è chi da bambino sognava di fare il calciatore e invece, negli anni, si è trasformato in brillante consulente del lavoro: non per ripiego, ma semplicemente perché a volte la propria vocazione la si scopre strada facendo. E’ il caso di Simone Colombo, consulente del lavoro ma soprattutto punto di riferimento rispetto al caotico mare magnum di opinione e bufale che quotidianamente sorgono intorno a una tematica attualissima: il Jobs Act.

Quella di Simone è una storia tutt’altro che scontata. Il successo non arriva: lo si costruisce passo passo. Ciò che è certo, è che per trasformare il proprio lavoro in passione – soprattutto quando l’ambito di lavoro è quello, molto prosaico, di uno studio di consulenza – ci vuole un approccio creativo. “Ho una grande passione per le storie. Non solo quelle vere e vive che ascolto ogni giorno, ma anche quelle raccontate nei romanzi di Egger, Hornby, Wallace. Come molti lettori accaniti, anche io ho coltivato per tanto tempo il sogno di scrivere un libro, finché ho deciso di realizzarlo” scrive Simone nel suo e-book ‘Quando un rapporto di lavoro finisce. E’ così che, nel libro, racconta la storia di un rapporto di lavoro, con una variante che fa la differenza: il punto di partenza della storia non è l’inizio – cioè il primo colloquio – ma la fine, ossia il licenziamento.

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Certo, un approccio di questo tipo può sembrare inconsueto quando si parla di una tematica – il mondo del lavoro, assunzioni e licenziamenti, il Jobs Act – che nell’immaginario comune si configura come un affastellarsi di carte, codici e postille incomprensibili. Eppure, forse, basta semplicemente cambiare prospettiva. Come scrive Simone, “questa storia parla di lavoro, ma in fondo anche d’amore. Se ci pensate anche un rapporto di lavoro inizia spesso con un colpo di fulmine. C’è un incontro, la sensazione di essere fatti l’uno per l’altro. Come nel matrimonio, viene sancita un’unione con un contratto. Il rapporto prosegue attraverso regole di convivenza e a volte termina, nel bene o nel male, con una separazione.

Uno dei mestieri più antichi del pianeta – l’arte di raccontare una storia – oggi sembra risorgere a nuova vita, trasformandosi in elemento chiave della comunicazione contemporanea (basti pensare alla fortuna dello storytelling negli ambiti più disparati). In fondo, tutti abbiamo bisogno di storie: a volte per evadere, a volte – come in questo caso – per capire un po’ di più il mondo che ci circonda.

L’ambito dei rapporti lavorativi e il tema del Jobs Act, poi, si classificano certamente fra le tematiche più ostiche: riguardano tutti, ma la loro comprensione sembra essere appannaggio esclusivo degli addetti al mestiere. A meno che non ci sia un intermediario: un esperto del settore che queste tematiche non solo le mastichi, ma le capisca sul serio e le sappia anche comunicare. Cos’è realmente il Jobs Act? Come funzionano la NASPI e l’outplacement? Cosa succederà ai contratti a progetto? Tante domande, tante risposte, utilissime per approcciare un grande tema al di fuori della solita logica di schieramenti e partigianerie.

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Silvio Malvolti

Silvio Malvolti

Ho fondato BuoneNotizie.it nel 2001 con il desiderio di ispirare le persone attraverso la visione di un mondo migliore. Nel 2004 ho costituito l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che oggi gestisce questa testata: una sfida vinta e pluripremiata.

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