L’internazionalizzazione: nuova frontiera per l’Italia che deve ripartire dopo il coronavirus

A causa del coronavirus l’Italia si trova ad affrontare una profonda crisi che sta mettendo in ginocchio l’economia, le imprese e quei mestieri che, per anni, hanno alimentato il nostro Made in Italy.

Ci sono però anche storie di resilienza, come si legge in un articolo pubblicato nella sezione lavoro, di realtà rappresentanti il Made in Italy che attraverso il binomio perfetto di tradizione e innovazione hanno ricostruito il business perso e riuscito a trasformare il periodo di buio, creato dal coronavirus, in opportunità.

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A tal proposito, le imprese che vedono nelle difficoltà nuove opportunità decidono di confrontarsi con culture e mentalità diverse che possono dar vita ad un maggiore stimolo alla creatività e alle innovazioni.

Ecco che si rafforza l’ICE, ovvero l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, organismo attraverso cui il Governo favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri. L’agenzia mette a disposizione 716 milioni di euro per la protezione dei prodotti a marchio Made in Italy nei paesi esteri.

Denaro che servirà non solo a sostenere il nostro Made in Italy all’estero, ma anche ad attivare una campagna straordinaria di comunicazione in tutto il mondo per far riscoprire i prodotti italiani. L’internazionalizzazione rappresenta quindi il driver di crescita, sviluppo ed espansione aziendale e ancor più è il passaggio evolutivo del modo tradizionale di fare impresa.

Piattaforme virtuali di vendita e show-room, non più fisici, saranno i “must have” per ogni impresa che voglia continuare a essere presente in un mercato sempre più competitivo.

L’internazionalizzazione delle imprese sarà il punto di forza ma anche una nuova opportunità per una più rapida ripresa economica.

Parola, quella della internazionalizzazione, difficile da pronunciare ma che diverrà sempre più diffusa e presente nel nostro vocabolario. Una parola che sarà il punto di forza per quelle imprese che, in alcuni periodi dell’anno, potrebbero subire una battuta d’arresto, ma che potranno continuare il loro lavoro in un Paese diverso, garantendone profitti, diffusione in Country differenti (con maggiore appeal all’interno del proprio paese) e con possibilità di essere innovativa all’estero.

Insomma, reti digitali e nuovi processi comunicativi diventano i nuovi sistemi per un mercato globale. Dalla strategia, al marketing, alla produzione, alla finanza saranno i protagonisti di questo nuovo processo e che vedrà trasformate le imprese per affrontare mercati nuovi, diversi per costume, regole e gusti. L’internazionalizzazione e il mercato online, ne diventano protagonisti a supporto dei professionisti della tradizione italiana.

Per finire, il fermo forzato, a causa di una pandemia non controllata, è stato trasformato in tempo utile da investire per il proprio futuro. Un futuro dove la “normalità” sarà accompagnata dalla presenza di un mondo virtuale, affinché le porte del commercio siano aperte a tutti. Una buona notizia in un mondo ferito.

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Mario Rigo

Mario Rigo

Mario Rigo è stato manager per importanti aziende internazionali nel mondo del Luxury Goods. Attualmente ha una società di consulenza strategica e formazione nel mondo retail. Ha scritto per L’Adriatico e Lo Jonio. Oggi collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista.

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