Il flusso di informazioni sul coronavirus viene costantemente riempito di notizie su inefficienze, carenze sanitarie, bilanci di contagi e decessi, accuse ai governanti e fallimenti nella gestione dell’emergenza, costringendo la nostra mente ad alimentare paure e preoccupazioni. Non c’è alcun dubbio che sia importante comprendere il fenomeno e le enormi sfide che il Covid-19 ci sta ponendo, ma dovremmo resistere alla tentazione di indulgere in dettagli sensazionalistici su ogni terribile storia che ne consegue.

In pratica non è facile, perché il nostro istinto di sopravvivenza è immediatamente attratto da queste informazioni negative nel tentativo di proteggerci: vuole conoscere la minaccia che stiamo affrontando, per essere in grado di proteggerci. Tuttavia, il nostro istinto di sopravvivenza non funziona così bene di fronte al volume di informazioni negative a cui abbiamo continuamente accesso sulla punta di un dito (lo spiega molto bene Paolo Borzacchiello in questo articolo: Coronavirus, ecco perchè hai paura).

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Di conseguenza, questo flusso continuo di informazioni può sovrastimolare la nostra mente facendoci sentire ansiosi, pessimisti, in preda al panico e depressi. Se ci sintonizziamo continuamente su questi aspetti, questi sentimenti possono persistere anche dopo che ci saremo allontanati dalle notizie, perché ormai sono diventati parte delle nostre convinzioni.

E’ come se fosse un solco con un bastone su un pezzo di terra: all’inizio, il segno potrebbe essere così superficiale che potrebbe non essere nemmeno evidente, ma se continui a ripassare il bastone ancora e ancora, anche con la minima pressione, il segno diventerà sempre più definito e profondo. Questo aiuta a spiegare perché i nostri sentimenti di preoccupazione diventano più forti e durano più a lungo.

Se provassimo a liberarci da questa pressione che alimenta la nostra mente con l’ultimo spavento, possiamo ridurre la sensazione di ansia. Questo non vuol dire che dobbiamo ignorare i problemi, ma possiamo certamente ridurre significativamente i nostri consumi di notizie e rimanere comunque informati. Oppure decidere deliberatamente di cercare notizie che indagano sulle possibili soluzioni a questa crisi, ad esempio quali misure stanno funzionando per contenere il virus e perché, in modo da poter imparare come gestire la situazione al meglio.

E’ stato dimostrato che focalizzarsi sulle soluzioni, oltre a ridurre la nostra ansia, migliora il nostro umore a breve termine e orienta positivamente la nostra mentalità a lungo termine. Di nuovo, è come solcare il pezzo di terra con il bastone: queste sensazioni a breve termine si trasformano in qualcosa di più permanente quando le viviamo più spesso.

Senza dimenticarci che la ricerca di ciò che di positivo si sta facendo contribuisce a restituire fiducia nell’umanità, nel futuro, favorisce una migliore coesione sociale e aumenta i livelli di ottimismo, speranza e resilienza.

Di fronte a una pandemia globale, essere ottimisti e pieni di speranza può essere considerato insensibile o ingenuo. Non è nessuno dei due. In realtà, è un potente stato mentale che ci aiuta a impegnarci in modo costruttivo con una realtà negativa e ci dà il coraggio necessario per affrontare i problemi.

Questo sentimento rispecchia un’antica storia Cherokee, che racconta di un anziano che sta insegnando la vita a suo nipote:

L’anziano disse al ragazzo: “C’è una lotta dentro di me. È una lotta terribile tra due lupi. Uno è malvagio – è rabbia, invidia, dolore, rimpianto, avidità, arroganza, autocommiserazione, colpa, risentimento, menzogne, falso orgoglio ed ego. L’altro è buono: è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, empatia, generosità, verità e compassione. La stessa lotta sta succedendo dentro di te – e anche dentro ogni altra persona”.

Il nipote riflettè sulle sue parole e chiese: “E quale dei due lupi vincerà?”

L’anziano rispose: “Quello a cui dai da mangiare”.

Ci sono ottimi motivi per cambiare il tuo atteggiamento nei confronti di questa crisi: la minaccia che stiamo affrontando prima o poi rallenterà, verrà contenuta e infine sconfitta. Come singoli individui, possiamo ridurre al minimo il rischio per noi stessi e gli altri prendendo le precauzioni di base. La maggior parte dei casi segnalati sono asintomatici o abbastanza lievi da non richiedere nemmeno il ricovero in ospedale. Nel frattempo, gli scienziati stanno collaborando a livello globale e i vaccini sono già in fase di sviluppo.

Di seguito è riportato un elenco di articoli che possono aiutarti a comprendere il fenomeno che stiamo vivendo anche da altri punti di vista, portando un po’ più di equilibrio:

Ecco perché il coronavirus oggi non è come la pandemia spagnola

Coronavirus: i progressi sanitari e le sfide vincenti della scienza

Coronavirus: virus (im)battibile? Ne abbiamo passate di peggio! E il progresso continua

Come vive una persona a rischio ai tempi di Covid-19

Coronavirus: l’ESA mostra la drastica riduzione dell’inquinamento in Italia

Copan, l’azienda italiana che vende tamponi anche agli Usa: da noi non mancano kit, ma il tempo per l’analisi

Nelson Mandela: in carcere un’ora di corsa sul posto al giorno. Per 27 anni

Dall’Unione buddista italiana 1,5 milioni alla Protezione civile e 1,5 milioni al Terzo settore

Dopo mesi di battaglia al virus nel paese per la prima volta sono stati registrati zero casi

(articolo tradotto dal blog di Jodie Jackson)

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Silvio Malvolti

Silvio Malvolti

Ho fondato BuoneNotizie.it nel 2001 con il desiderio di ispirare le persone attraverso la visione di un mondo migliore. Nel 2004 ho costituito l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che oggi gestisce questa testata: una sfida vinta e pluripremiata.

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