La felicità è una ricerca universale, ma si manifesta in due forme distinte: edonica ed eudemonica. Mentre entrambe contribuiscono all’esperienza umana, solo la felicità eudemonica, radicata nel significato e nello scopo della vita stessa, dura come fonte duratura di appagamento.
La felicità nelle sue due forme
La felicità edonistica nasce dalla ricerca del piacere e dall’elusione del dolore. È associata alla gratificazione sensoriale, alla ricchezza materiale e alle gioie transitorie. Un pasto delizioso, una vacanza esaltante o il possedere un qualcosa di nuovo, sono situazioni che possono regalare momenti di gioia. Questo tipo di felicità, tuttavia, è fugace, fortemente influenzato da circostanze esterne e spesso soggetto al “tapis roulant edonico”, il fenomeno in cui le persone si adattano rapidamente ai piaceri, richiedendo stimoli sempre crescenti per mantenere lo stesso livello di soddisfazione. Questo ciclo, nel tempo, può portare al vuoto, poiché la persona si concentra sulla gratificazione immediata piuttosto che sulla realizzazione più profonda.
La felicità eudemonica, al contrario, deriva dal vivere in linea con i propri valori e dall’impegno a vivere una vita con uno scopo. Coniato da Aristotele, il concetto di eudemonia è strettamente legato all’idea di prosperità. Sottolinea l’autorealizzazione, la crescita personale e il contributo a qualcosa di più grande di sé. La felicità eudemonica nasce da relazioni significative, atti di gentilezza, sforzi creativi e dal perseguimento di obiettivi che risuonano in linea con il proprio sé interiore. A differenza della sua controparte edonistica, la felicità eudemonica è intrinseca e duratura perché non dipende da condizioni esterne ma piuttosto dal proprio stato interiore e dalle proprie scelte.
La ricerca di uno scopo
La ricerca in psicologia supporta l’idea che la felicità eudemonica offra benefici più profondi e duraturi. Gli studi hanno dimostrato che gli individui che si concentrano su attività guidate da uno scopo altruistico o un fine ben definito che non sia la soddisfazione di un bisogno transitorio, riportano livelli più elevati di soddisfazione della vita e una maggiore resilienza emotiva. Questo tipo di felicità è stato anche collegato a una migliore salute fisica, poiché promuove un senso di appagamento che riduce lo stress e migliora il benessere generale. La natura fugace del piacere edonistico, al contrario, spesso spinge gli individui a cercare il prossimo sballo, creando un ciclo di insoddisfazione.
È importante notare che la felicità edonica ed eudemonica non si escludono a vicenda. I piaceri momentanei possono completare, o esaltare, una vita con uno scopo, aggiungendo gioia al viaggio. Quando perseguita come obiettivo finale, tuttavia, la felicità edonica non riesce a fornire quel profondo senso di appagamento che offre la felicità eudemonica.
Essere felici
Una vita radicata nell’eudemonia trascende i piaceri transitori e del tutto effimeri dell’edonia. Coltivando uno scopo, perseguendo la crescita personale e contribuendo al benessere degli altri, si crea un’eredità di felicità che non solo sostiene la singola persona, ma arricchisce anche coloro che la circondano. Questa forma duratura di felicità resiste davvero alla prova del tempo e migliora non solo la propria vita ma anche la vita delle persone vicine.

