Milano e Roma sono le città più creative d’Europa: è quanto emerge dal Global City Report 2012, che ha recentemente messo a confronto 20 grandi città europee. Si misurano con la lettera C i criteri in base ai quali il Global City Report 2012 ha classificato 20 fra le principali realtà urbane europee: connessioni, capitale umano, cultura e creatività sono state scelte come ideali caratteristiche fondamentali della “città del futuro”.

All’interno della classifica, Roma e Milano si sono guadagnate una posizione di rilievo per quanto riguarda creatività e offerta culturale:

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1) nel campo della creatività, Milano (regina indiscussa del design e della moda e capitale di spicco in campo musicale) sbaraglia le classifiche, aggiudicandosi il primato europeo,

2) seguita a ruota da Roma, che guadagna una posizione di rilievo per quanto riguarda l’offerta culturale.

Senza dubbio un ottimo risultato, che evidenzia ancora una volta alcune fra le caratteristiche storicamente consolidate delle città italiane. Tuttavia, oggi, tutto ciò sembra non bastare. Perché? Lo spiega Giancarlo Scotti, di General Real Estate: “ Un investitore internazionale, deve decidere i propri investimenti con una logica di lungo periodo in città in continua evoluzione e in competizione tra loro: una competizione che si basa sempre di più sulla sostenibilità e sulle caratteristiche tipiche delle smart cities.

Ecco qui il “punto dolens”: sul piano della sostenibilità, ma anche per quanto concerne inclusività e connessione, Milano e Roma hanno ancora strada da fare e il primato europeo va cercato altrove: in città nordiche come Copenaghen e Stoccolma, ma soprattutto a Londra, che nella classifica delle “quattro C” si aggiudica il miglior piazzamento: la capitale britannica, infatti emerge in modo marcato per quanto riguarda internazionalismo, forza lavoro qualificata, pianificazione urbanistica, varietà e ampiezza dell’offerta culturale, attenzione alle fasce più deboli.

Insomma, volendo riassumere, risulta evidente come oggi, il modello ideale di città del futuro non possa prescindere dal confronto e dall’orizzontalità. La città del futuro, nasce cioè necessariamente da un modello integrato, che sappia fondere caratteristiche e peculiarità di ambienti diversi grazie a quella che si configura come l’unica e reale “conditio sine qua non” della modernità: la capacità di “guardare oltre”.

 

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