La bella storia che vi raccontiamo oggi è quella di Marco: la storia di un riscatto personale da un passato difficile e di un successo lavorativo che, da semplice operaio, lo ha portato a diventare socio e, infine, responsabile della cooperativa per cui lavora.

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Nel settembre 2003, Marco viene assunto da una cooperativa sociale di Rimini, grazie a due soci della cooperativa che collaboravano con la comunità in cui Marco era all’epoca inserito. “Al tempo”, ricorda, “venivo da un passato di tossicodipendenza e stavo terminando il mio percorso in comunità. Mi ero già reso conto che il lavoro, per me, era una cosa urgentissima, ma forse ancora non immaginavo quanto. Mi ero separato da mia moglie, avevo paura di quello che mi aspettava, ma ero anche fermamente deciso a voltare pagina, volevo a tutti i costi riscattarmi, per me e per mio figlio, che allora aveva solo 4 anni”.

“Ricordo bene che mi misero in guardia più di una volta: che non sarebbe stato facile, perché già altri della mia comunità avevano provato e qualcuno si era perso per strada”. Ma Marco sapeva che questa era un’occasione unica e che non andava sprecata. Si è rimboccato le maniche ed ha imparato diversi lavori, poiché la cooperativa offre numerosi servizi, che vanno dalla raccolta differenziata alle pulizie civili ed industriali, dalle affissioni pubblicitarie alla manutenzione stradale e segnaletica verticale.

E, come racconta lui stesso, il fatto di lavorare in un’impresa sociale – oltre a dargli una seconda possibilità –  ha avuto un ruolo fondamentale nel trasformare la sua vita. “Mi ci è voluto un po’ per mettermi a regime e lavorare con affidabilità: fidandomi di chi mi dava il lavoro e facendo in modo che si fidassero di me. Non sono state poche le crisi, non ho mollato neanche nei momenti più bui, e alla fine ci sono riuscito. Adesso posso dire che il lavoro mi ha restituito anche più di quello che speravo”.

 “Qualche anno più tardi“, continua Marco, “dopo aver raggiunto una certa sicurezza per me e per chi mi stava attorno, non ero più concentrato solo su di me e ho iniziato a guardarmi intorno. Ho iniziato a capire la funzione di una cooperativa sociale, il fatto che i soci, pur essendo proprietari dell’azienda, non si dividono nessun utile a fine anno, perché l’unico obiettivo è quello di creare nuovi posti di lavoro. E’ stato allora che ho capito veramente il valore dell’opportunita’ che mi era stata data”.

“Ho scelto di diventare socio, per partecipare più attivamente e dare anche ad altri l’occasione del riscatto che avevo avuto io”. E poi è arrivata una sorpresa inaspettata: proposta di diventare membro del Consiglio d’Amministrazione: “E’ stata una possibilità che mi è capitata da qualche mese e che ho voluto cogliere. Un impegno importante, di grande responsabilità, che mi fa sentire ancora più coinvolto e mi consente, in un certo senso, di restituire alla cooperativa un po’ di quanto ho ricevuto. Fra i miei impegni personali nel C.d.A. c’è anche quello di tenere unite le persone fra i diversi settori di lavoro, fra chi lavora in ufficio e chi è sulla strada e fra la direzione e gli operai”.

“Oggi come oggi, sono davvero contento del mio lavoro, mi sento affezionato alle persone che ho più vicine, ho costruito dei rapporti di lavoro seri, diventati poi anche belle amicizie, grazie al fatto che ogni giorno si lavora fianco a fianco e ci si aiuta”.

E conclude: “In cooperativa, è vero, ci sono tanti aspetti da migliorare, ma credo che con un po’ di pazienza, comprensione e con la coerenza ai nostri impegni, possiamo superare, com’è già successo, anche i momenti più difficili”.

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