L’inverno è alle porte e le montagne ci chiamano con il fascino aggiuntivo della neve, ma attenzione, organizzare un trekking invernale non è cosa da sottovalutare. L’ambiente montano è insidioso quanto affascinante in questa stagione: scegliere con cura dove andare, l’attrezzatura e avere coscienza delle proprie capacità, sono aspetti fondamentali se si vuole approcciare la montagna in sicurezza.

Come scegliere la meta di un trekking invernale

L’attenzione su questo primo passo è fondamentale per la buona riuscita di un trekking invernale. Da questa scelta dipenderà la durata e le difficoltà che affronteremo e di conseguenza anche il materiale da portare. Per agire con coscienza bisogna valutare elementi come la lunghezza del viaggio per raggiungere l’imbocco del sentiero,  la durata del trekking,  la massima altitudine e il dislivello da affrontare, la copertura boschiva, la presenza di neve e il rifugi lungo il percorso. Tutte queste informazioni si possono trovare nei vari enti turistici territoriali o rivolgendosi al C.A.I. (Club Alpino Italiano).

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A meno che non viviate vicino all’imbocco del sentiero sarà necessario un viaggio in macchina, la cui durata è la prima cosa a cui badare, perché costa fatica guidare e occorre tempo. Due fattori da tenere fortemente in considerazione d’inverno. In questo periodo le giornate si accorciano, dandoci meno tempo utile per la permanenza in ambiente montano in sicurezza. Un’eccessiva distanza, ci obbligherebbe a una sveglia nel cuore della notte per raggiungere il sentiero in orario utile per riuscire a concludere l’escursione entro la giornata. Oltre a esporci a tutti i rischi della guida  da stanchi al ritorno. In questo caso sarebbe meglio pensare a un pernottamento in loco.

Dopo aver eliminato tutte le mete troppo lontane, dovremo valutare la difficoltà dei sentieri che ci attraggono. Per tutti i sentieri C.A.I.  vi è riportata la durata ipotetica di percorrenza. Il calcolo viene fatto da guide alpine che valutano la distanza, il dislivello e le varie difficoltà del percorso.  Come sapere se la velocità di camminata corrisponde a quella stimata? Con l’esperienza. La montagna vuole rispetto e per rispettarla bisogna approcciarla gradualmente, così da imparare a conoscerla e comprendere le proprie capacità. Se è il vostro primo trekking è meglio che sia breve, massimo tre ore tra andata e ritorno, con un rifugio e, possibilmente, in zone in cui ci sia una copertura di rete mobile.

Altri fattori da considerare in un’escursione invernale

Altitudine massima e dislivello, copertura boschiva, presenza di neve e rifugi lungo il percorso. Questi fattori concorrono a definire cosa ci servirà per il nostro trekking invernale. Più saliremo e andremo in quota e più le condizioni diverranno estreme, facendoci prediligere materiale più tecnico. Il dislivello assieme alla lunghezza in kilomentri ci dice quanto sarà dura la salita, se su 10 km salgo di 100m è diverso che se ne salissi di 100.

Per facilitarvi il compito, nelle guide sentieristiche è presente uno schema su cui viene rappresentata la difficoltà di ascesa kilometro per kilometro, rappresentata su asse cartesiano con in ascissa la distanza e in ordinata l’altezza, più la linea è ripida più lo sarà il sentiero. La copertura boschiva rende la zona meno soggetta a valanghe, oltre a proteggervi da vento e sole, ma è anche più difficile orientarsi al suo interno, per questo è consigliabile avere con sé un localizzatore GPS per la montagna.

Come affrontare la neve

Camminare sul manto di neve soffice con i rumori attutiti è una delle esperienze più belle dell’ambiente montano. Ma la neve è anche un problema, nasconde i sentieri, rende la camminata più faticosa e nasconde il pericolo valanghe. Per affrontare un terreno così bello, ma insidioso, sarà prima necessario consultare il bollettino nivometeorologico. Inoltre, dovremo essere provvisti dell’attrezzatura specifica come ramponcini, ciaspole e, in casi di uscite in condizioni più a rischio (dal grado due di rischio valanga), l’HARTVA con pala e sondino. Ricordatevi che la neve cambia durante la giornata, un tratto duro e che riesce a sostenere il vostro peso la mattina, potrebbe diventare molle e farvi sprofondare il pomeriggio, in questo caso saranno necessarie le ciaspole;  mentre per eventuali tratti ghiacciati vi saranno utili  i ramponcini.

Cosa mettere nello zaino per un trekking invernale

Partendo dall’intimo, termica traspirante a contatto con la pelle, pile o lana nel mezzo, uno shell per il vento. Calze, cappello e guanti tecnici, indispensabili per il mantenimento della temperatura alle estremità. Scarponi alti, traspiranti e resistenti all’acqua, possibilmente ciaspolabili. Importanti anche gli occhiali per proteggersi dall’abbaglio da neve. Bacchette per aiutarvi a scaricare il peso e stabilizzarvi.

Per un’uscita di una giornata basterà scegliere uno zaino da trekking tra i 25 e 35 litri, con cinturone lombare e copertura impermeabile. Dentro dovranno esserci: acqua, provviste, cartina della zona, bussola, kit pronto soccorso, coltellino, accendino e fischietto. A seconda delle condizioni sarà da aggiungere l’HARTVA con pala e sondino, ramponcini e ciaspole.

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Emanuele Tamborini

Emanuele Tamborini

Scrittore, rugbista e innamorato della montagna. Se c'è qualcosa che sembra semplice non mi fido, amante della complessità. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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