La pet therapy consiste in piani terapeutici, di varia natura, che prevedono il contatto tra animali e pazienti. Tra le variazioni sul tema, anche la recente introduzione delle tecniche di puppy Yoga, che prevedono il contatto tra cuccioli e corsisti di Yoga, a lezione. A cosa serve, di preciso, la pet therapy e quando nasce?

Pet therapy o zooterapia: in cosa consiste

La pet therapy era prescritta da Ippocrate agli insonni: il padre della medicina consigliava loro passeggiate a cavallo. In tempi più recenti, gli effetti terapeutici del rapporto tra uomini e animali sono stati studiati, valutati e applicati per il trattamento di disturbi di carattere psichico.

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L’espressione pet therapy è stata coniata, nel 1964, dallo psichiatra inglese Boris Levinson, il quale valutò come estremamente benefica la relazione che si era instaurata tra il suo cane e un suo paziente, affetto da disturbi dello spettro autistico. L’animale ha il ruolo di co-terapeuta: interagisce con il paziente e migliora la comunicazione e l’interazione con il mondo esterno. Questo rapporto coadiuva la terapia farmacologica, in patologie di tipo cognitivo-comportamentale.

A partire dal 2015 il nostro Ministero della salute ha varato le Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), che caratterizzano gli interventi di tipo riabilitativo e rieducativo condotti con il coinvolgimento di animali. Sono rivolti a pazienti con patologie psichiche, ma possono essere indirizzati anche a soggetti sani. Gli Interventi Assistiti si dividono in tre tipologie, TAA (Terapia Assistita con gli Animali), EAA (Educazione Assistita con gli Animali) e AAA (Attività Assistita con gli Animali).

Come si svolge la pet therapy: tipologie di animali e formazione specifica

Alcune tipologie di animali si prestano, meglio di altre, alla pet therapy: cavalli e conigli per le terapie di tipo comportamentale, cani e gatti per le terapie di tipo relazionale. I cani più utilizzati sono i Labrador, per il loro carattere predisposto alla relazione con l’uomo. Nelle terapie per il contrasto all’Alzheimer si utilizzano i gatti. Le fusa producono nell’uomo la serotonina, l’ormone del buon umore.

Per somministrare le varie tipologie di pet therapy occorre frequentare corsi di formazione. Ogni corso è peculiare: varia sulla base dell’intervento da effettuare e dell’animale da utilizzare nel percorso. La parte teorica prevede una formazione sulle esigenze gestionali dell’animale da seguire e sulle tecniche di comunicazione tra l’uomo e l’animale. La parte pratica prevede interventi di assistenza.

Puppy Yoga, praticare Yoga con i cuccioli

Una forma di pet therapy più vicina all’attività assistita con gli animali, è il puppy Yoga: prevede lezioni di Yoga in compagnia di cuccioli di Labrador. Al momento, i centri in cui si effettua sono solo a Milano, Modena e Roma. In America è nata vent’anni fa con il nome di Doga (Dog Yoga, cioè Yoga con i cani). I cuccioli hanno poche settimane, sono vaccinati e si trovano nella stessa stanza dei praticanti Yoga.

Durante la lezione, vagano da una postazione all’altra ed entrano in contatto con i partecipanti. Questa tecnica di pet therapy ha un duplice scopo. Nel cucciolo contribuisce a migliorare il rapporto con l’essere umano e ad acquisire maggiore confidenza con forme di vita diverse dai suoi simili. Per la persona che pratica Yoga in questa maniera e che ama gli animali è un’occasione per rilassarsi in compagnia di un piccolo amico.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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