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Intelligenza emotiva nella leadership: a cosa serve e perché è utile

intelligenza emotiva nei leadership, a cosa serve e perché è utile

L'intelligenza emotiva nei leadership: cos'è e perché è utile

L’intelligenza emotiva nella leadership è fondamentale per costruire un forte team. Molte persone credono che avere successo in campo professionale dipenda esclusivamente dal possedere un elevato quoziente intellettivo. Essere a capo di un’azienda comporta una formazione in molteplici ambiti, nonché avere molte responsabilità: dalla gestione interna, a come indirizzare al meglio i membri del personale, alla burocrazia nonché alle parti amministrative.

In generale nella vita lavorativa un grande aiuto è dato dall’intelligenza emotiva, poiché chi la esercita ha la capacità di coinvolgere l’intero team usando l’empatia. La storia dell’intelligenza emotiva affonda le sue radici intorno agli anni Novanta grazie al libro di Daniel Goleman “Emotional Intelligence”, uscito nel 1995. Da allora questa tematica ha raggiunto sempre più successo, essendo studiata e applicata in innumerevoli ambiti della vita. Tra questi quello aziendale: in rete sono presenti molti corsi formativi per apprenderne le basi e per metterla in pratica.

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Intelligenza emotiva nella leadership: come usarla

Il termine leadership – dall’inglese to lead –  indica guidare. Si tratta di una caratteristica immancabile in figure importanti come direttori, responsabili e manager che grazie all’intelligenza emotiva possono migliorare il loro lavoro, non solo identificando le loro emozioni, ma anche quelle dei dipendenti, con lo scopo finale di raggiungere determinati obiettivi.

L’intelligenza emotiva include aspetti importanti quali in particolare praticare la consapevolezza. Iniziare a capire i propri pensieri, spia di come ci percepiamo, è fondamentale. In questo senso può essere una guida scrivere le emozioni su un diario, nonché essere consapevoli di ciò che ci fa stare bene e di ciò che ci danneggia sul luogo di lavoro.

Non solo è importante pensare in modo positivo, ma anche ponderare l’uso delle parole e identificare il tipo di comunicazione che si usa con il proprio team. Un altro fattore importante è l’accettazione dei feedback. Ascoltare i propri dipendenti crea una connessione non solo lavorativa, ma anche umana. Il leader in questo senso cerca di apprendere quale sia la considerazione dei dipendenti riguardo all’azienda, al suo operato e su come raggiungere traguardi specifici.

Un altro aspetto importante è quello di capire il linguaggio del corpo. Nella maggior parte dei casi si considera come comunicazione solo quella verbale, tralasciando quanto sia importante comprendere aspetti come tono di voce e gestualità: per esempio toccarsi spesso il viso o i capelli è tipico in chi si trova in uno stato ansioso.

Per comprendere al meglio come usare l’intelligenza emotiva seguire dei corsi formativi è di supporto. In questo senso sono fondamentali le attività di team building con l’obiettivo di creare un clima di fiducia all’interno dell’azienda e tra gli stessi collaboratori.

Corsi formativi per sviluppare l’intelligenza emotiva nella leadership

L’intelligenza emotiva affonda le sue origini negli anni Novanta dagli psicologi statunitensi Peter Salovey e John D. Mayer. Questa tematica trova l’impennata nel 1995 grazie a Daniel Goleman giornalista del New York Times, psicologo e scrittore famoso per il libro “Emotional Intelligence”. Per Goleman sono cinque i componenti fondamentali per sviluppare l’intelligenza emotiva: l’autoconsapevolezza, l’autoregolamentazione, la motivazione, l’empatia e le abilità sociali.

Per autoconsapevolezza si intende la capacità di riconoscere le proprie emozioni, sensazioni, limiti e debolezze, trovando la chiave su come queste caratteristiche possano influenzare gli altri. L’autoregolamentazione secondo l’autore racchiude i punti di forza e di punti di debolezza.  La motivazione è la capacità di trasformare i pensieri negativi in pensieri positivi, motivando se stessi e gli altri a raggiungere gli obietti fissati. L’empatia è quella dote che permette di percepire lo stato d’animo degli altri, aiutandoli in questo modo a indirizzarli nella giusta strada.

Dagli anni Novanta lo studio dell’intelligenza emotiva ha avuto un grande successo a tal punto che in rete ci sono tanti consigli  per svilupparla in molteplici contesti, come quello lavorativo. Proliferano i corsi online, per citarne qualcuno quelli di Widevalue, società di formazione dedicata allo sviluppo delle proprie competenze nel campo aziendale, incentrata su consulenze e coaching. Se ogni azienda adottasse i principi dell’intelligenza emotiva si arginerebbero problemi come il burnout.

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