Nello sport il primo soccorso inizia allenandosi all’infortunio, perché raramente in competizione o in allenamento i primi ad intervenire sono medici o paramedici. Dall’ 11 aprile 2023 in Italia è obbligatorio avere in competizione e in allenamento il defibrillatore ed eventuali altri dispositivi salvavita, nonché un addetto all’utilizzo. Il decreto firmato dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, mette in sicurezza la vita di tutti gli atleti, anche quelli che praticano sport non agonistici e amatoriali.

Salvare la vita è un gioco di squadra

Il 4 aprile durante il Campionato Amatoriale di calcio Over 35 in Campania, un giocatore si accascia a terra per un malore improvviso. Il calciatore della squadra avversaria, Arturo Roma, paramedico nel reparto di cardiologia presso il nosocomio di Caserta, interviene tempestivamente. In attesa dell’arrivo dei sanitari del 118, intuita la gravità della situazione, effettua il massaggio cardiaco salvandogli la vita. Il gesto di Arturo Roma è stato premiato dalla Presidenza nazionale del Centro Sportivo Italiano con l’assegnazione del prestigioso “Discobolo d’oro” al merito.

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Solo due giorni prima, il 2 aprile, un giocatore cinquantottenne della squadra di Novi Ligure di rugby touch, lo sport simile al rugby ma senza contatto diretto con l’avversario, si accascia a terra privo di sensi. Subito interviene il medico in servizio sui campi, inizia le manovre salvavita con il massaggio cardiaco, aiutato da due presenti sul posto, mentre un quarto giocatore, Norman Di Maura, nella vita poliziotto, corre perché sa dov’è il defibrillatore.

In entrambi i casi ha certamente inciso la professione di chi è intervenuto prontamente, perché mestieri dove l’allenamento all’infortunio è praticato con corsi di simulazione. Ma serve essere professionisti per salvare una vita? La legge dice di no, ed anche le nuove tecnologie ci vengono incontro.

Defibrillatori e salvavita nello sport: il nuovo decreto 2023

Il 4 aprile 2023, alla firma del nuovo decreto legge, il Ministro Schillaci ha tenuto a puntualizzare che:

È ampiamente dimostrato che in caso di un arresto cardiaco improvviso, un intervento di primo soccorso tempestivo e adeguato contribuisce a salvare fino al 30 per cento in più delle persone colpite. Abbiamo il dovere di adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute dei nostri ragazzi e degli sportivi che frequentano con entusiasmo e fiducia impianti e palestre in tutta Italia e la dotazione e i defibrillatori rappresentano indubbiamente una garanzia in più per la sicurezza di tutti.

Il nuovo decreto stabilisce che i corsi di primo socorso nello sport sono obbligatori per rendere più sicuri gli ambienti sportivi e formare operatori non sanitari (come allenatori, dirigenti o accompagnatori) al primo soccorso nelle categorie amatoriali e dilettantistiche. L’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni (DAE) oltre a quelli semiautomatici, è previsto anche negli allenamenti e nelle competizioni. Le  società sportive hanno l’obbligo di condividere l’uso dei defibrillatori con chiunque usufruisca degli impianti. Il DAE deve essere registrato presso la centrale operativa del sistema di emergenza sanitaria 118 territorialmente competente.

Nello sport il primo soccorso inizia allenandosi all'infortunio

Corso di rianimazione per il Managment dello sport – Istituto Calvino, Trapani

Un giocatore si è infortunato cosa devo fare?

Chiunque in ambito sportivo deve saper comprendere e valutare l’entità di un infortunio, se necessario intervenire e affrontare la situazione nel modo corretto. Nello sport il primo soccorso inizia allenandosi all’infortunio, per questo è obbligatorio insegnare ai tecnici di tutte le discipline sportive le pratiche di soccorso relative agli incidenti che possono coinvolgere i diversi apparati del corpo. Il primo soccorso prevede o un intervento di emergenza, quando cioè bisogna garantire il ripristino o il mantenimento delle funzioni vitali nell’immediato, o un intervento di urgenza quando occorre intervenire tempestivamente ma su un evento che non è causa di rischi immediati per la vita dell’infortunato.

Non c’è nessuno e non ho mai fatto un corso: come agire?

In aiuto corre la tecnologia: il cellulare per chiamare il 118 (Soccorso Sanitario) e il defibrillatore, se necessario. In caso di emergenza chiunque può usare un defibrillatore semiautomatico, perché quelli odierni hanno un sistema vocale che impartisce le istruzioni e rendono lo strumento utilizzabile in sicurezza anche da chi non ha il patentino.

Chi usa il DAE pur non essendo certificato è punibile?

Se ci si imbatte in una persona ferita o bisognosa di qualsiasi assistenza, è nostro dovere assisterla al meglio delle nostre possibilità, dopo aver messo in sicurezza se stessi e gli altri.

Davanti ad un arresto cardiaco, se non ci si sente in grado di compiere manovre di rianimazione, l’aver chiamato il 118 e seguirne le direttive, è considerato dal punto di vista legale più che sufficiente.

Se però siamo chiamati ad intervenire, in ambito penale non c’è insorgenza di responsabilità nel praticare il BLS (Supporto di Base alle funzioni vitali), poiché rientra nella situazione ascrivibile allo stato di necessità (Art. 54 del Codice Penale).

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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