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Sport Photography Museum: il primo museo europeo è a Milano

photo by Alessandro Trovati /Pentaphoto/Mate Images)

photo by Alessandro Trovati /Pentaphoto/Mate Images)

Quando un unico scatto trasmette i valori e lo spirito dello sport, si parla di fotografia sportiva. Ma se le immagini di un gesto atletico trasudano forti emozioni, allora si è autorizzati a parlare di arte. Così quando lo scatto d’autore riguarda sport e arte, trova casa al Sport Photography Museum. Il primo museo europeo è a Milano e ospita mostre fotografiche internazionali d’autore, workshop e laboratori. Un museo dinamico che promuove la cultura visiva sportiva nelle scuole.

Sincro (photo by Alessandro Trovati /Pentaphoto/Mate Images)

Sport Photography Museum: un museo vivo e itinerante

Ideatori artistici del Museo delle Fotografie Sportive sono Alessandro Trovati, fotografo sportivo internazionale e Federicapaola Capecchi, curatrice e agente dello stesso Trovati e di altri fotografi. Lo Sport Photography Museum, primo museo europeo, è a Milano e si trova nello Spazio Tadini. A renderlo unico non solo le fotografie sportive d’autore, ma l’essere un luogo vivo. Il museo si esprime anche con laboratori, workshop, spazi teatrali all’interno dello Sport Photography Museum. Ma oltre a questo, c’è una riflessione molto profonda anche sul ruolo che può avere lo sport a livello di capacità di mettersi in gioco, senza conflitti, lavorando in squadra. A rendere vivo lo Sport Photography Museum non è solo la dinamicità dello spazio che lo ospita, ma ancor più l’essere itinerante. Infatti, dopo la mostra di Alessandro Trovati, le sue e tante altre fotografie sportive d’autore sono utilizzate in workshop scolastici. Come spiega Federicapaola Capecchi:

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In molti progetti alle scuole dei licei attraverso la fotografia sportiva, affrontiamo temi di bullismo. Con la nostra azione induciamo i ragazzi ad una lettura critica, per capire cos’è lo sport, cos’è fotografare lo sport e, poi, riconoscere il limite non come una sconfitta, ma come un primo trampolino di lancio per andare avanti. Sono stati affrontati anche altri temi come la lealtà tra i compagni ed il rispetto delle difficoltà dei compagni.

Per Federicapaola Capecchi è importantissimo partire dall’immagine essendo curatrice di fotografia. L’idea dello Sport Photography Museum è di dare spazio a reportage e foto d’autore, rendendo questa arte fruibile. Al di là dello sport e attraverso le immagini dello sport, il Museo si pone l’obiettivo di lavorare con i ragazzi per aiutarli a capire l’importanza e il rispetto della vita.

photo by Alessandro Trovati /Pentaphoto/Mate Images

Ecco perché la fotografia sportiva è arte

La prima foto sportiva nella storia è del 1855, è in bianco e nero e ritrae due pugili in posa. E’ una foto storica, ma non artistica. Non si sa chi l’ha scattata, certamente il primo fotografo sportivo amatoriale. Oggi per essere un fotografo sportivo devi essere sempre in sincronia con l’azione e catturare la dinamicità in uno scatto è difficilissimo.

Nutro un profondo rispetto per i fotografi sportivi, e non giusto che questa disciplina venga considerata meno nobile di altre. Perché è difficile: ottieni un buon posto, un buon tiro!” Sono queste le parole conclusive del libro del 2004 di JO di Raymond Depardon, fotoreporter e regista francese, in cui parla della sua copertura dei Giochi Olimpici, da Tokyo nel 1964 a Mosca nel 1980. Quella sportiva, non è un genere di fotografia molto considerata nel panorama culturale. Prova ne è che non trova un posto nel campo dell’arte.

Sarà anche questo ad aver spinto il fotografo sportivo internazionale Alessandro Trovati a fondare il Museo della Fotografia Sportiva. Da venticinque anni, Alessandro Trovati fotografa i più importanti eventi sportivi del mondo, passando da 12 Olimpiadi (era il fotografo più giovane ad Albertville nel 1992), ogni Coppa del Mondo di sci dal 1992, il Giro d’Italia, Tour de France e molti altri eventi in altre discipline sportive. Usain Bolt (Rio 2016), Yuri Chechi (Atene 2004), Simone Beals (Rio 2016), Michael Fred Phelps, Sofia Goggia (Pyeongchang 2018). sono solo alcuni dei campioni da lui fotografati e in mostra nella Casa Museo Spazio Tandini.

Nello Sport Photography Museum, Alessandro Trovati, insieme con Federicapaola Capecchi, ha voluto fare qualcosa di concreto per tutta la fotografia sportiva.La Casa Museo è un luogo dove “ci si può incontrare con me e con altri autori di fotografia sportiva, internazionali quotati – sono le parole di Alessandro Trovati – fare workshop, fare incontri, condivisioni di lavori. Guardare naturalmente fotografie, che sono alla base di tutto, leggere libri confrontarsi e viverci insieme”. Il Museo quindi è una dichiarazione di intenti, che dimostra come fotografare lo sport, non è solo cronaca non è solo documento, ma è un’arte.

photo by Alessandro Trovati /Pentaphoto/Mate Images

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