Ci sono facoltà che vivono un proprio boom durante un certo periodo storico, come ad esempio quelle legate all’area ingegneristica o quelle che invece afferiscono al settore della sanità (medicina esclusa che è un caso un po’ a se), e ci sono poi altre facoltà che da un certo punto di vista possono invece essere considerate come delle “evergreen”, ovvero delle sempre verdi ed attuali, perché nel corso della loro storia hanno sempre riscosso un costante e cospicuo flusso di iscritti o di aspiranti laureandi.

Una di queste facoltà definibili come evergreen è Scienze Politiche, una facoltà tra le più antiche del nostro ordinamento universitario, e da sempre capace di riadattarsi alle richieste che arrivano dal mondo del lavoro, e nello specifico, dagli ambiti in cui un esperto in Scienze Politiche dovrebbe poi andare ad operare.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Proprio in ragione della sua natura “evergreen” è una di quelle facoltà che da sempre ha trovato sedi operative nella stragrande maggioranza degli atenei italiani. In termini di sbocchi lavorativi Scienze Politiche, in particolare il corso di Laurea in Relazione Internazionali, rappresenta il crocevia obbligato per tutti quelli che vogliono andare ad operare nell’ambito della politica, della pubblica amministrazione e di altre aree specifiche che vedremo più in dettaglio in seguito.

Il core business, come anticipato, per chi è laureato in scienze politiche è rappresentato dalla carriera in ambito politico o diplomatico; nel primo si accede o per via diretta tramite elezione, o per via indiretta come collaboratore di politici che operano in ambito locale, nazionale o internazionale. Anche la carriera diplomatica può essere influenzata da forti appoggi di tipo politico a meno che non si riesca ad entrare nel personale del Ministero degli Esteri, sia quello operante in Italia, sia quello operante all’estero. In quest’ambito è nata una branca delle Scienze Politiche che è quella delle Scienze Politiche internazionali.

L’ambito di azione in questo caso è il mondo e per ciò richiede una preparazione specifica sulle giurisdizioni internazionali e sulle lingue straniere. Qui le carriere possono nascere sia nell’alveo più naturale delle pubbliche amministrazioni, sia in quello delle tante aziende italiane che ormai operano su un ambito globale ed hanno bisogno del supporto di professionisti in grado di aiutarle ad approcciare alle varie legislazioni comunitarie e nazionali a seconda dei propri obiettivi di mercato.

Il secondo “core business” di un laureato tipo in Scienze Politiche è quello della pubblica amministrazione, nel ruolo di funzionario o di dirigente; anche qui, a meno di poche nomine dirette che sono di natura politica, o a meno di non operare in appalto come consulenti, l’accesso all’impiego avviene tramite concorso pubblico.

Come anticipato esistono poi altre aree operative minori in cui si è visto che il mondo del lavoro accetta o in alcuni casi addirittura richiede esplicitamente la presenza di laureati in Scienze Politiche.

Parliamo ad esempio del campo del giornalismo, ed in particolare di quel giornalismo particolarmente focalizzato sugli aspetti economici, politici e giuridici; qui l’apporto del laureato in Scienze Politiche si può sviluppare o sotto forma di una collaborazione occasionale che non richiede ulteriori titoli per poter essere espletata, o sotto forma di impiego come giornalisti veri e propri. In quest’ultimo caso oltre alla laurea in Scienze Politiche sarà anche necessario aver conseguito quella in giornalismo con tanto di esame di Stato superato.

Infine si rileva un crescente interesse verso i laureati in Scienze Politiche anche in realtà particolarmente settorializzate come quella della mediazione della conciliazione, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale.

Condividi su:
Silvio Malvolti

Silvio Malvolti

Ho fondato BuoneNotizie.it nel 2001 con il desiderio di ispirare le persone attraverso la visione di un mondo migliore. Nel 2004 ho costituito l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che oggi gestisce questa testata: una sfida vinta e pluripremiata.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici