La fuga dei giovani dal Sud è un fenomeno storico che ha radici antiche, legate soprattutto ai cambiamenti intercorsi con l’Unità d’Italia.

Un esodo che nell’epoca attuale non fa marcia indietro, come dimostrano i numeri importanti rispetto a quanti hanno un’età tra i 25 e i 34 anni. Le persone che lasciano il Mezzogiorno ogni anno sono intorno alle 31mila: 1 italiano su 3.

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Si tratta di soggetti per lo più qualificati, un fattore che segna un cambiamento non indifferente rispetto al passato, quando a lasciare le proprie case erano in special modo quanti si trovavano in condizioni di indigenza. Oltre 14mila possiedono infatti una laurea e spesso persino una formazione post laurea.

Dove vanno i giovani del Meridione? Soprattutto in direzione del Nord e del Centro dello Stivale, più di rado all’estero.

Con la speranza di avere le condizioni per rientrare, cosa che, purtroppo, non sempre accade, come conferma quanto reso noto dall’Istat nel report “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente”.

In 10 anni si è assistito a un esodo di 500mila abitanti partiti e mai tornati. Un’informazione che fa riflettere e che va contestualizzata.

Le ragioni di una scelta

Spesso chi lascia casa si trova ad affrontare condizioni di vita tutt’altro che semplici. Ciò è legato, nelle grandi città, all’aumento dei costi degli affitti e delle case nonché a un tenore di vita spesso più elevato.

Non stupisce che, una volta presa la decisione di rimanere, sempre più persone approfittino del confronto delle offerte mutuo 100 per cento per acquistare un immobile. Si tratta di un sostegno messo in campo dallo Stato per consentire a coloro che hanno un’età inferiore ai 36 anni di accedere a finanziamenti più vantaggiosi di quelli del mutuo prima casa.

Quali sono, quindi, le ragioni che portano un alto numero di persone a lasciare le proprie case con l’intento di trovare migliori condizioni di lavoro e di soddisfazione personale?

Pur non mancando al Sud le città importanti, ricche di attrattive e vivaci dal punto di vista culturale, quello che spinge le persone ad andare via è soprattutto la ricerca di contesti più meritocratici dove poter esprimere le proprie capacità e competenze.

L’altro aspetto è la percezione diffusa di un ambiente che vede una serie di sovrastrutture e poteri che non permettono di prendere iniziative private, sociali e naturalmente imprenditoriali.

Chi non lavora nel pubblico, dove i posti a disposizione sono meno che in passato, si trova a lottare con condizioni di impiego spesso svalutanti, in luoghi dove è ancora forte il potere della criminalità organizzata.

Questo è quanto riporta un’analisi fatta da Il Sole 24 Ore, che mette in luce come l’emigrazione sia spinta più dalla volontà personale che da bisogni e necessità economiche.

Dove vanno i giovani?

I giovani del Meridione vanno in special modo verso i poli finanziari e industriali che presentano importanti centri universitari ma anche aziende innovative e qualificate.

Anche in questo caso stiamo assistendo a un cambiamento notevole rispetto al passato, quando si registrava una preferenza verso le aree del turismo e delle industrie dove era necessaria una manodopera di massa.

Certo, il turismo rappresenta sempre un settore importante, rispetto al quale abbiamo assistito a storie virtuose proprio al Sud che hanno favorito l’occupazione interna.

Parliamo naturalmente della crescita esponenziale che il settore ha avuto in Puglia, una delle regioni protagoniste dell’estate da ormai diversi anni. Merito di un paesaggio valorizzato sapientemente da parte degli abitanti, gentili, calorosi e particolarmente ospitali.

Possiamo quindi affermare che chi va via ha come meta luoghi dove trovare maggiori stimoli ed esprimere la propria ambizione.

Il ritorno a casa avviene spesso solamente in occasione delle vacanze, dal momento che il turismo è sì un settore lavorativo importante, ma non fa gola a giovani iperqualificati e che si sono impegnati per completare gli studi.

Le regioni da dove si va più via

Da dove sono partiti gli oltre 500mila giovani meridionali alla volta soprattutto del Nord e del Centro Italia? In realtà quanti hanno lasciato il Mezzogiorno sono oltre 1 milione: in circa 600mila sono rientrati, gli altri no.

Pertanto, la regione che ha registrato il record di partenze è la Campania (30%), seguita da Sicilia (23%) e Puglia (18%). Un dato che non stupisce, viste le vicissitudini ormai radicate di quella definita dagli storici come “questione meridionale”.

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