Sono i medici di 4 Unità dell’Ospedale bergamasco Papa Giovanni XXIII -ex Ospedali Riuniti-, l’equipe ospedaliera tutta italiana destinata ad entrare nella storia e a cambiare la pratica della medicina moderna internazionale. In questa struttura infatti, il 31 gennaio scorso, 8 professionisti (2 ginecologi, 1 cardiologo, 1 anestesista, 2 ostetriche e 2 infermiere) hanno praticato con successo il primo intervento di cardiochiruriga prenatale a cielo chiuso, ovvero senza aprire l’addome della gestante. L’intervento è il terzo cardiovascolare intrauterino eseguito in Italia.

Il primo venne realizzato nel 2011 proprio a Bergamo, nella stessa struttura, allora ancora nota con il nome di Ospedali Riuniti. In quell’occasione i medici bergamaschi operarono insieme ad un’équipe dell’ospedale universitario di Madrid “12 de Octubre” praticando una valvuloplastica aortica. Fu poi la volta dei medici dell’Ospedale Le Molinette di Torino, i quali nel 2011 praticarono una valvuloplastica polmonare.

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Oggi dunque, ancora una volta è l’eccellenza di Bergamo a fare parlare. I riferimenti italiani per questo tipo di procedura sono Toronto e Boston, città dove si sono già praticati 20,30 casi di interventi di chirurgia prenatale. La procedura, estremamente delicata e rischiosa, viene eseguita solo in casi estremi, ovvero quando i benefici dell’intervento superano abbondantemente i rischi della pratica. E questo era il caso del piccolo paziente operato a Bergamo, al quale, grazie ad uno screening precoce, era già stata diagnosticata l’ipoplasia del cuore sinistro, ovvero una malformazione cardiaca che impedisce lo sviluppo della parte sinistra dell’organo.

La patologia, già di per sé grave, nel caso del piccolo era ulteriormente aggravata da una totale chiusura del setto atriale, verificatasi alla 32° settimana, che non avrebbe permesso al piccolo feto di sopravvivere alla nascita. Ecco dunque la procedura dell’intervento spiegata dagli stessi protagonisti.

L’operazione è avvenuta con successo ed il sangue del feto ha cominciato a passare correttamente dal cuore ai polmoni. Anche se, fanno sapere i medici “questo è solo il primo passo”. Ora bisogna attendere la nascita del piccolo paziente e i successivi interventi cui i malati di ipoplasia cardiaca sono sottoposti . La strada verso una vita normale per il piccolo è ancora lunga ma, grazie alla tecnologia e alla chirurgia prenatale praticata in alcuni centri d’eccellenza italiani sono sempre più numerosi i nascituri cui viene data una maggior speranza di vita.

Attualmente in Italia esistono diversi centri specializzati nelle operazioni fetali. Oltre dunque all’Ospedale bergamasco Papa Giovanni XXIII, si segnalano anche la Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli (dove vengono eseguiti circa venti interventi complessi l’anno) e l’OBM, l’Ospedale del Bambini Milano Buzzi (dove si contano circa 80 interventi l’anno). Ma va anche ricordato il  primo centro Exit (ex utero intrapartum treatment) italiano, frutto della collaborazione tra il Policlinico Agostino Gemelli e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Nel corso degli anni oltre alla chirurgia prenatale anche gli interventi neonatali stanno diventando sempre più  diffusi. Un altro caso che ha fatto recentemente notizia viene dagli Stati Uniti e riguarda un piccolo bambino di 14 mesi di nome Roland,  affetto anch’egli da una malformazione congenita al cuore. Roland è stato salvato da una singolare operazione al cuore che i medici sono riusciti ad effettuare con successo dopo aver utilizzato un dispositivo per la stampa 3D dell’organo (della doppia grandezza dell’originale) che ha permesso loro di studiare l’intervento e applicare una procedura che altrimenti, causa la minima dimensione del cuore del bambino, difficilmente sarebbe venuta in mente. Senza contare che la riproduzione con la stampante 3D del cuore di Roland è costata solo 600 dollari ed è stata ottenuta in soli 20 ore di lavorazione, consentendo quindi all’equipe un enorme risparmio in temrini tempo e denaro.

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Valentina Marchioni

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2 Commenti

  • claudio ha detto:

    Salve a tutti. A mia moglie al quinto mese di gravidanza, durante un ecografia la dottoressa alla nostra piccola ha diagnosticato una ipoplasia al cuore sinistro. …adesso siamo nel vuoto perché non abbiamo capito bene il futuro di nostra figlia, se potrebbe essere operata, condurre una vita normale ecc….aiutatemi!