I progressi sanitari contro virus e batteri ci hanno permesso (e ci permettono tutt’ora) di debellare molte malattie e di vivere una vita molto più salutare e tranquilla rispetto a tanti secoli fa. Eppure, ancora una volta, ci capita di dimenticare i passi in avanti che sono stati fatti in ambito scientifico e, più in particolare, sanitario. E succede così che, come sta accadendo con il Coronavirus, sorvoliamo con una grande superficialità anche sul considerare l’efficacia delle misure di contenimento, che si stanno rivelando egregie. Limitando, così, il suo ulteriore diffondersi a soli 200 casi (per la maggior parte non gravi) al di fuori del continente asiatico.

Ma il progresso da dove deriva?

Tutto questo non sarebbe possibile senza l’Illuminismo, che ha permesso di vincere le battaglie contro numerosissime malattie, salvando la vita a un numero sempre crescente di persone. Ciò è accaduto proprio quando l’Essere Umano ha iniziato a ribellarsi al potere assoluto e divino del re, mettendo la ragione al servizio del miglioramento della qualità e della durata della propria vita. Da quel momento in poi, sono state realizzate numerose scoperte che, con grande probabilità, continueranno ad esserci nel futuro. A patto, però, di difendere tutto questo progresso dalla proliferazione di notizie false. Come quella di origine statunitense secondo la quale i vaccini determinerebbero l’insorgere dell’autismo, dando origine addirittura al movimento no vax. Questo movimento ha intralciato così tanto il progresso da determinare in alcuni Paesi la ripresa di infezioni quasi debellate, come il morbillo e la poliomielite.

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Le scoperte degli eroi sconosciuti

Ci sono molti comportamenti che mettiamo in atto, il più delle volte senza farci troppo caso. E che, però, hanno contribuito ad aumentare la qualità della nostra vita e a impedire il proliferare di molte malattie. Dal lavaggio delle mani all’utilizzo delle lavatrici, dal controllo delle zanzare alla purificazione dell’acqua con il cloro. Tutti accorgimenti che solo a posteriori possono sembrarci ovvi; eppure, è proprio quest’ovvietà ad aver contribuito a salvare la vita a miliardi di persone!

Eh già, perché prima del 1900 le cose non stavano così. Basti pensare che proprio in quel periodo le strade delle città – come quelle londinesi – erano piene di escrementi. E si pensava che epidemie come il colera fossero attribuibili proprio ai cattivi odori che queste strade emanavano. Tutto questo fino ai progressi della scienza e, precisamente, grazie a John Snow. Già, ma chi era costui? È stato il primo epidemiologo ed è riuscito a capire che il colera derivava dall’acqua bevuta dai londinesi contaminata da uno scarico della fognatura. E che dire dei progressi sanitari come la sterilizzazione delle mani e degli strumenti per eseguire interventi chirurgici?

Progressi sanitari “scontati”

Accanto a questi progressi “ovvi” ce ne sono stati molti altri. Come la scoperta del vaccino contro la poliomielite, una terribile malattia che annualmente causava la morte di molte migliaia di persone. O l’anestesia che ha permesso di curare molte vite senza causare sofferenze. E cosa c’è di più scontato della classificazione dei gruppi sanguigni? A, B, 0 (positivo e negativo). Chi di noi non li conosce? E chi di noi, invece, è a conoscenza del fatto che proprio questa “banale” scoperta ha permesso di salvare “soltanto” miliardi di vite umane?

Diamo i numeri! (E anche i nomi)

È un passo necessario per capire meglio come, anche per le malattie più devastanti, grazie ai progressi sanitari siamo riusciti a debellare virus e batteri invincibili per l’epoca. E per dare la giusta dignità a tutti quegli uomini e donne di scienza che hanno dato il loro grande contributo a rendere molte malattie un lontano (e senz’altro brutto) ricordo.

Abel Wolman e Linn Enslow, con la scoperta del trattamento dell’acqua con il cloro per sterilizzarla, hanno salvato la vita a ben 177 milioni di persone; dobbiamo ringraziare William Foege per la scoperta del vaccino antivaioloso, salvando 131 milioni di persone; Maurice Hillerman ha invece lavorato su 8 vaccini sottraendo alla morte 129 milioni di Esseri Umani; John Enders con l’invenzione del vaccino sul morbillo ha salvato da quella terribile malattia 120 milioni di persone; Gaston Ramon ha invece scoperto due vaccini, uno contro la difterite e l’altro contro il tetano. Il numero di persone salvate? Anche in questo caso è molto alto: ben 60 milioni! E poi c’è la terapia della reidratazione orale, scoperta da David Nalin che ha permesso di far continuare a vivere 54 milioni di persone.

Per non parlare della scoperta dell’angioplastica ad opera di Andreas Grüntzig che ha salvato la vita a 15 milioni di persone. E, ancora, dobbiamo dire grazie anche a due scienziati, Greace Elderling e Pearl Kendrick se 14 milioni di persone sono state guarite dalla pertosse; infine, un grazie va anche a Gertrude Elion che ha scoperto la predisposizione razionale dei farmaci, salvando così la vita a “soli” 5 milioni di persone. È proprio grazie a loro e ad altri scienziati-eroi che ben più di 5 miliardi di vite umane sono scampate alla morte.

Ei fu il virus invincibile

Che è proprio quello che si sta cercando di fare anche con il Coronavirus. Stando agli ultimi dati, l’epidemia di questo virus diventa sempre più estesa. Il numero dei contagiati finora è di circa 60.000. L’eco dei media sembra, però, amplificarlo ogni giorno di più come se fosse una catastrofe di dimensioni epocali. Ma non è così. Bisogna poi prestare attenzione all’uso delle parole: dire, ad esempio, che il vaiolo è stata una malattia vuol dire che questo tipo di malattia – che ha causato ben più di 300 milioni di morti – non esiste più perché debellata. È sufficiente, quindi, confrontare i dati epidemiologici del Coronavirus (migliaia) con quelli del vaiolo (milioni) per capire che la situazione non è così tanto drammatica. E, in più, si sta già analizzando la sequenza genica del Coronavirus che, grazie alle recenti tecnologie, permetterà di individuare la cura in tempi relativamente brevi.

Insomma, le cose non stanno così male come spesso crediamo. A volte basta soltanto spostare il proprio punto di vista, da un nero pessimismo a un orizzonte illuminato di ottimismo. E scoprire, così, che il mondo non è un posto così tanto temibile come viene spesso dipinto. Anzi, a volte sa meravigliarci, se glielo permettiamo. E se non dimentichiamo di sostenere il progresso!

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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