L’obesità è una patologia cronica, che affligge circa il cinquanta per cento della popolazione mondiale. E’ sostanzialmente causata dall’eccessiva alimentazione. Alcuni scienziati sostengono, tuttavia, che la genetica abbia un ruolo non secondario. È possibile prevenirla e combatterla efficacemente?

Obesità: numeri in aumento di una patologia cronica

L’obesità è una malattia con diffusione su scala mondiale. Secondo i dati della World Obesity Federation , gli obesi sono poco più di un miliardo di persone nel mondo, circa il 14% della popolazione totale. Un miliardo e sei sono le persone in sovrappeso, circa il 24% degli abitanti del nostro pianeta. Si stima che, entro il 2035, il numero delle persone in sovrappeso arrivi a sfiorare i due miliardi e che l’obesità infantile possa avere un incremento del 100%, rispetto ai valori attuali.

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Altro elemento di questo crescendo critico è rappresentato dalla spesa, che i governi e i dipartimenti di salute pubblica dovranno sostenere per gestire la malattia. Nel 2035 l’impatto economico globale di sovrappeso e obesità raggiungerà i 4,32 trilioni di dollari. La tendenza allo sviluppo della malattia è in aumento anche in paesi poveri, come Iran, Malesia e Sud Africa. In Italia, nel 2021, bel il 46% della popolazione adulta era in sovrappeso o obesa. Un bambino su quattro, residente nelle regioni centro-meridionali, si trova in questa condizione.

Obesità: cause e rimedi

Obesità e sovrappeso sono considerate malattie sociali. La causa principale di queste patologie è un’alimentazione eccessiva: il fabbisogno calorico non è uguale per tutti gli individui e dovrebbe variare a seconda dell’attività fisica, del tipo di lavoro e, in qualche misura, della predisposizione genetica di ciascuno di noi. Uno strumento molto utilizzato, per valutare la condizione di sovrappeso, è l’indice di massa corporea (body mass index in inglese). Si tratta di un rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza: se il risultato supera il numero 25, la persona è in sovrappeso.

Due sono i consigli principali, forniti dagli esperti della nutrizione: attività fisica e alimentazione adeguata e bilanciata. L’attività fisica, intrapresa dal soggetto sottoposto a cura, non dovrebbe essere inferiore a 300 – 400 minuti, per poter determinare un calo ponderale dai tre ai sei kg. Il tipo di attività fisica dovrebbe combinare esercizi aerobici e anaerobici. Per quanto riguarda l’alimentazione, gli esperti sconsigliano il consumo di pasti pronti, frutto di elaborata lavorazione industriale e ricchi di zuccheri, causa del diabete di tipo 2. Una dieta bilanciata dovrebbe comprendere un consumo regolare di vari alimenti, con predilezione verso frutta, verdura e legumi.

“Okkio alla Salute”: lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità

Okkio alla Salute è un sistema di sorveglianza per monitorare sovrappeso e obesità nei bambini dai sei ai dieci anni. È realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con gli istituti scolastici primari di varie regioni italiane. Nell’anno scolastico 1999-2000, ante sorveglianza, la percentuale di bambini sovrappeso in Italia era del 24%.

L’indagine, iniziata nel corso dell’anno scolastico successivo, prevedeva – e prevede tutt’ora – il monitoraggio ante e post delle condizioni fisiche dei bambini, la somministrazione di un questionario sulla percezione del problema ai bambini, di un questionario ai genitori e di un terzo questionario al direttore scolastico. Attraverso queste indagini, le strutture locali di salute pubblica sono in grado di pianificare interventi di educazione sanitaria, mirati al raggiungimento di un unico obiettivo: maggiore consapevolezza e responsabilizzazione, in tema di salute.

In Campania, regione con alto tasso di obesità dei bambini, un progetto regionale prevede la promozione dell’attività fisica e dell’educazione motoria nella scuola primaria. È importante trasmettere ai piccoli la consapevolezza di un corretto stile di vita, scegliendo l’attività più gratificante. Il movimento migliora la salute e inoltre aiuta a socializzare.

Terapie anti obesità: farmaci e chirurgia bariatrica

Negli ultimi decenni, l’industria farmaceutica e quella dei prodotti dietetici hanno messo in atto diverse strategie, al fine di migliorare la qualità della vita degli individui. I clienti meno tenaci nel risolvere il problema hanno spesso provato a consumare beveroni in tazza, senza risultato. Le terapie più efficaci, attualmente utilizzate, sono l’utilizzo del farmaco Ozempic e la chirurgia bariatrica.

Ozempic è un farmaco utilizzato per il diabete di tipo 2 (forma di diabete che può essere sviluppata in età adulta ed è legata allo stile di vita). Questo farmaco contrasta i picchi glicemici e il senso di fame. I pazienti che lo assumono riescono a perdere perso, senza avvertire sensi di privazione o di colpa. I risultati sorprendenti hanno spinto molte persone non affette da patologia ad acquistare Ozempic, rendendolo addirittura difficilmente reperibile sul mercato. Al momento gli effetti collaterali hanno un impatto marginale sulla salute dell’individuo, ma occorrerà attendere tempo ulteriore per stabilire il reale impatto di questa panacea.

La chirurgia bariatrica prevede una riduzione di volume dell’apparato digerente, con asportazione di tratti di stomaco e intestino. È utilizzata nei casi di obesità grave. A 18 mesi dall’intervento, i pazienti che vi si sottopongono riescono a perdere fino all’85% del peso corporeo.

 

Leggi anche: Obesità: perdendo soli 7 kg, si risparmiano 400 euro/anno in farmaci

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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