La scienza usata bene può aiutare a combattere la depressione. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un esempio di innovazione medica. A fronte delle innumerevoli richieste d’aiuto di chi attraversa periodi bui di depressione sono nate nuove tecniche di intervento.

Non si tratta di una soluzione, ma di un ausilio medico importante. La neuromodulazione è un salvavita non invasivo che conta un numero di successi notevoli.

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Come combattere la depressione

Depressione. Perfino nominarla fa paura; un’ombra che ci fa scomparire lentamente nell’oblio di noi stessi. Per fortuna è diventato più semplice chiedere aiuto, ma ancora non ordinario. Il tabù della depressione resta preponderante tra le persone comuni che sono spesso costrette a portare addosso il peso del sentirsi strani, oltre a quello della malattia stessa.

Uno dei personaggi più seguiti del momento, Fedez, ha raccontato la sua battaglia sui canali social. L’ansia cronica ha avuto un’impennata dopo la pandemia di Covid. La depressione colpisce circa 3 milioni di italiani in forma grave. Così sono nate associazioni di successo per chi necessita di cure che lo Stato come Sistema Sanitario Nazionale non può dare. Fedez sta aprendo con la sua fondazione un centro gratuito di aggregazione per adolescenti con disturbi di salute mentale.

Ricordiamoci che l’aspetto più importante per un malato di depressione è quello di condividere e comunicare il proprio stato d’animo per ricevere aiuto. Il supporto si traduce in terapie psicologiche, farmacologiche e comportamentali. Al male del secolo, così lo definisce l’OMS, sanità italiana e Governo potrebbero rispondere meglio.

Anche i personaggi pubblici si uniscono all’appello indirizzato all’Amministrazione. “Ora in Italia fare questa cosa è un privilegio. Così come la salute del corpo deve essere coperta dal SSN, anche la salute della mente deve essere messa sullo stesso piano, perché dev’essere un diritto per tutti quanti” sostiene il rapper e influencer. “Lo scorso governo ha stanziato per il bonus psicologo 25 milioni di euro che hanno coperto solo il 10% della domanda, questo governo ha deciso di portarli a 5 milioni. Quello che vorrei chiedere al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a Giorgetti è: non tagliate questi 25 milioni nella nuova finanziaria perché significherebbe sputare in faccia alle famiglie che ne hanno bisogno“, conclude schietto.

Le terapie poco conosciute per combattere la depressione

Oltre agli strumenti più conosciuti per combattere la depressione tra cui farmaci e specialisti, sta diventando virale la tecnica di neuromodulazione, analoga a quella utilizzata contro i dolori cronici, ma non invasiva.

Alcuni centri mettono a disposizione équipe mediche in grado di sottoporre il paziente a stimolazioni transcraniche (tCS) o induzioni magnetiche (TMS). La tDCS (a corrente diretta) o tACS (a corrente alternata) prevede l’impianto di elettrodi su collo o cuoio capelluto con l’obiettivo di modificare l’attività e l’eccitabilità dei neuroni attraverso piccole scariche elettriche inviate da uno stimolatore portatile.

Il trattamento dura 30 minuti al giorno per un periodo di tempo non ben specificato e può essere somministrato anche a casa. L’obiettivo della terapia neuromodulativa è quello di riequilibrare gli eccessi o i difetti della nostra attività cerebrale a livello comportamentale e motorio-sensoriale. Grazie a entrambe le soluzioni si può agire sul meccanismo che sintetizza la serotonina in maniera permanente e senza effetti collaterali importanti, esclusi piccoli fastidi e disagi iniziali; come racconta Fedez.

La TMS, a differenza della prima, si basa sul posizionamento di una bobina magnetica sulla testa del paziente. È più conosciuta in letteratura in quanto impiegata già da diversi anni. Ha un vantaggio rispetto alle tCS: l’individuazione dettagliata dell’area da trattare e il potenziamento della plasticità cerebrale. Il potenziale di queste terapie deve essere implementato con percorsi di psicoterapia e con terapie farmacologiche. Anche se gli ultimi dati raccolti evidenziano come la riabilitazione definitiva dell’attività dei neuroni attraverso le terapie di neuromodulazione non richiedano più un supporto farmacologico nel paziente.

L’efficacia delle terapie moderne

Gli studi fino a questo momento realizzati sull’efficacia delle tecniche di neuromodulazione parlano di un tasso di scomparsa dei sintomi tra il 50 e l’80% nei casi di depressione severa trattati con tCS e TMS e nella maggior parte di questi casi il paziente smette di assumere farmaci.

Le prospettive di sviluppo della terapia neuromodulativa sono vaste. Sulle tecniche micro e non invasive si baserà la medicina del futuro.

La buona notizia è che parliamo di un tipo di terapia che ha avuto riscontri positivi nel trattamento di depressione ma anche nella sintomatologia di alcune dipendenze comportamentali come tabagismo, gioco d’azzardo e disturbi del neurosviluppo.

Queste patologie non rispondono a terapie e farmaci specifici. La potenzialità della neuromodulazione si inserisce quindi in un discorso più ampio laddove si parli di modulare l’attività cerebrale per il benessere psico-fisico. Data la facilità e sicurezza di azione, questa terapia moderna potrà diventare un approccio di routine e un’offerta proposta dagli specialisti del settore come supporto alle terapie più comuni.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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