La dieta mediterranea, riconosciuta come la più salutare al mondo, può prevenire le malattie neurodegenerative. Attraverso trial in corso si è evidenziato come il fattore alimentazione partecipi attivamente all’affaticamento ossidativo delle cellule cerebrali. Oltre le cause genetiche esistono fattori controllabili per evitare l’insorgenza delle patologie neurodegenerative. Un’alleata cruciale della prevenzione è una dieta sana ed equilibrata.

Il fattore alimentazione nelle malattie neurodegenerative

La forma neurodegenerativa più comune è la demenza con 1,5 milioni di casi stimati in Italia, la metà dei quali riguardano la malattia di Alzheimer. Salvo quelli genetici, i fattori di rischio più comuni nello sviluppo di neurodegenerazioni sono alimentazione scorretta, alcol, fumo di sigaretta, sedentarietà, inquinamento e traumi. Non essendoci cure contro tali patologie si può contare solo sulla prevenzione per ritardarne il più possibile l’insorgenza. Eliminando alcune cattive abitudini e fattori di rischio più conclamati si eviterebbero circa 4 diagnosi su 10 di demenze primarie. Nel 40% dei casi parliamo delle cosiddette “demenze evitabili”; tra cui quella alcolica, quella traumatica e quella da carenza di vitamina B1. Quest’ultima è da ricondurre ad una cattiva alimentazione. Naturalmente ogni fattore di rischio compartecipa in tutti i casi neurodegenerativi, ma qualcuno più di altri.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

La prevenzione deve iniziare il prima possibile, ad esempio osservando un’alimentazione corretta sin da giovani. La dieta mediterranea, oggi patrimonio dell’UNESCO, è un’alleata preziosa nella prevenzione di malattie neurodegenerative e nella tutela della salute in generale. Purtroppo solo il 5% degli italiani la segue con attenzione, il 13% sommariamente e il 18% ne conosce i benefici ma difficilmente la rispetta, è quanto rileva uno studio condotto dal CREA Alimenti e Nutrizione.

La dieta mediterranea è un’arma di prevenzione

Quello che mangiamo influisce sul nostro declino cognitivo. La capacità del cervello di pensare e ricordare può essere condizionata dal modello alimentare. Il cervello invecchiando va incontro a stress ossidativo e infiammazione sistemica, ma queste condizioni alla base dell’insorgenza e della progressione della degenerazione neurale possono essere influenzate dal consumo di verdura, frutta, cereali, legumi e pesce che sono le fondamenta della piramide alimentare nella dieta mediterranea. Essendoci uno stretto legame tra degenerazione cerebrale e alimentazione, sarebbe opportuno in ottica di prevenzione adottare una dieta ricca dei tipici “alimenti per la mente”. Quelli cioè che aiutano le cellule cerebrali a non degradarsi con il passare del tempo.

I benefici biologici della dieta mediterranea

È scientificamente provato che per ridurre il rischio di malattie neurodegenerative bisogna limitare il consumo di zucchero. L’eccessiva assunzione di carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti comporta la resistenza all’insulina. Si formano prodotti pericolosi dalla reazione tra zuccheri e proteine dell’organismo alterando le risposte metaboliche di queste ultime. Una di queste pericolose sostanze è fortemente ossidante ed è coinvolta nella formazione di beta amiloide. Si va incontro così ad infiammazione sistemica dell’organismo a causa dell’eccessiva produzione e deposizione di sostanza amiloide nel cervello.

La dieta mediterranea può contrastare tutto questo perché non prevede l’eccessivo consumo di zuccheri, ma quella di nutrienti protettivi come gli omega 3; che spesso necessitiamo di reintegrare per via della scarsa assunzione che il modello di dieta adottato ne prevede. Oltre alla piramide alimentare mediterranea ci sono altre diete ibride utili nella prevenzione della neurodegenerazione, come la MIND e la DASH. In linea generale basta controllare il consumo di alimenti che aiutino a promuovere la salute generale del nostro cervello. Una delle criticità maggiori, soprattutto tra i giovani di oggi, è l’assunzione di zuccheri aggiunti. L’insorgenza dell’Alzheimer, definito non a caso Diabete di tipo 3, è condizionata molto dalle fluttuazioni glicemiche e dagli eccessivi livelli di zucchero nel sangue. Una corretta educazione alimentare è un’arma di prevenzione attiva e primaria contro l’epidemia di patologie neurodegenerative.

Condividi su:
Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici