Il primo cartone animato della storia, Fantasmagorie, viene proiettato il 17 agosto 1908. Da quel momento in avanti i cartoon sono entrati nelle vite di generazioni di persone, soprattutto bambini. Oggi il 5% in più dei piccoli tra i tre e i cinque anni guarda abitualmente la televisione rispetto al 2000 secondo l’ISTAT. Anche il tempo medio giornaliero trascorso davanti allo schermo è aumentato: se nel 1997 si aggirava intorno a 1,3 ore, ora è salito a 3. Tra i vari programmi da vedere, i più piccoli prediligono i cartoni animati: la domanda è se sia un bene per loro guardarli. La risposta è , purché abbiano determinate caratteristiche.

Quanto tempo i bambini possono passare davanti alla tv

In Italia, la Società Italiana di Pediatria si è espressa sul tempo che i bambini possono trascorrere davanti a uno schermo: no alla televisione e a qualunque tipo di device prima dei due anni; limitare l’uso a un’ora al giorno tra i due e i cinque anni e di due ore per i piccoli tra i cinque e gli otto anni. Questo perché, come sostiene uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista medica JAMA Pediatrics, lasciare per ore i più piccoli davanti allo schermo può comportare problemi nello sviluppo cognitivo, motorio e sociale.

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D’altra parte, trascorrere il giusto tempo in compagnia dei cartoni animati può contribuire allo sviluppo del bambino. Daniela Sarsini, docente di Pedagogia delle attività ludico-motorie per l’infanzia presso l’Università Telematica IUL, in un suo articolo pubblicato sulla rivista “Studi sulla formazione” ne evidenzia gli aspetti formativi.

Il valore formativo dei cartoni animati

Sarsini scrive che i cartoon, “comunicando nel linguaggio universale delle emozioni, generano una forte immedesimazione nei personaggi, concorrendo a sviluppare competenze relazionali e comprensione empatica”. Il cartone poi, grazie al proprio potere ammaliante, favorisce una forma di conoscenza “liquida”, costituita da una pluralità di esperienze: visuali, acustiche e percettivo-motorie.

Non da ultimo, per la pedagoga i cartoni stimolerebbero il “rispecchiamento”: attraverso la rappresentazione di esperienze note ai bambini come giocare, dormire e mangiare, favoriscono la sintonizzazione empatica del piccolo con i propri eroi. Da qui temi come l’amicizia, la solidarietà e l’amore per la natura, centrali in alcune storie animate, vengono interiorizzati e fatti propri.

Il fatto che i cartoni incidano nella formazione dei bambini, però, può rivelarsi problematico, laddove la formazione non sia indirizzata verso la giusta direzione. Se i cartoon trasmettono contenuti violenti possono infondere nel più piccini disvalori e la tendenza a comportamenti aggressivi.

Cartoni animati. Quali effetti hanno sui bambini

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Quaid-i-Azam e del Chitral model Degree College nel 2017, afferma che i cartoon possono avere effetti sia positivi che negativi sui piccoli spettatori. Se da una parte i bambini che guardano i cartoni mostrano un alto livello di acquisizione del linguaggio e dello sviluppo cognitivo, dall’altra possono manifestare comportamenti violenti se esposti a contenuti aggressivi.

La ricerca mette in luce come i bambini tendano a imitare il comportamento dei propri personaggi preferiti, acquisendo da questi ultimi valori morali e sociali. La visione di contenuti violenti quindi, unita a un’esposizione troppo prolungata alla televisione, genererebbe nel bimbo lo sviluppo di atteggiamenti antisociali e l’acquisizione di valori negativi.

Sulla base di questi risultati, lo studio raccomanda ai genitori di non lasciare i bambini da soli davanti alla tv. L’adulto deve essere presente per vigilare sui contenuti delle animazioni e per spiegare eventualmente al bambino scene per lui difficili da interpretare o non riproducibili nella realtà.

I più piccoli, infatti, hanno la tendenza a replicare ciò che vedono proiettato nello schermo. Di conseguenza possono, per esempio, mostrare un comportamento aggressivo con i loro coetanei quando in realtà stanno cercando di essere divertenti imitando la relazione di Tom e Jerry nella famosa serie.

I cartoni animati “positivi”, invece, possono migliorare il comportamento dei bambini: una ricerca, condotta dalla “King Mongkut’s University of Technology Thonburi” nel 2009, ha rilevato che l’aggressività nella mente dei bambini diminuisce quando i cartoni animati sono positivi, cioè davvero educativi. E’ quindi importante sapere quali sono le caratteristiche che un cartone animato debba possedere per essere adatto ai bambini.

Quali sono i cartoni animati positivi

La pedagogista Vania Giorgetti, coordinatrice di una comunità per minori a Macerata, in un’intervista al portale Nostrofiglio.it spiega le qualità che un cartoon deve possedere per essere educativo: “Il linguaggio deve essere elementare e immediato. Le immagini devono essere semplici per attirare l’attenzione del bambino“. Importante è anche la musica, canale privilegiato per comunicare anche con bambini molto piccoli, che amano imparare a memoria le sigle dei cartoni.

Tra le serie animate adatte ai piccoli, Giorgetti segnala Peppa Pig, una maialina di cinque anni che vive con mamma, papà e fratellino. La storia è incentrata sulla sua vita quotidiana che, personificando un bimbo della sua età, piange, combina qualche pasticcio e litiga con il fratellino, tutti aspetti volti a facilitare l’identificazione del piccolo spettatore. Alla fine di ogni avventura, Peppa riesce sempre a imparare cose nuove, per poi insegnare qualcosa di utile ai suoi telespettatori.

Le avventure di Peppa Pig narrano le esperienze di vita dei bambini in fase di crescita. La routine familiare presente nel cartone, evidenzia Giorgetti, “trasmette sicurezza e tranquillità ai bambini, che imparano guardando i propri modelli“. Nella serie, che tiene conto del reale sviluppo cognitivo dei piccoli spettatori, vengono rappresentati anche i contrasti che accadono nella vita reale, come ad esempio litigare con l’amico del cuore; tutto trova sempre una soluzione e da ogni esperienza il bambino può trarre lezioni di vita e l’importanza di valori come l’amicizia. Altri cartoni educativi, secondo la pedagogista, sono Masha e Orso, Curioso come George, Il mondo di Gumball, tutte storie che aiutano a diventare grandi.

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Carlotta Mantovani

Carlotta Mantovani

Mi sono laureata in filosofia per cercare di comprendere il fondamento dei fenomeni. Questo interesse si è poi veicolato verso la dimensione morale, portandomi a cercare di analizzare le questioni inerenti la società e le nuove tecnologie. Vorrei fornire un’informazione capace di abbracciare questi temi prospettando anche soluzioni alla complessità della realtà. Da qui la scelta del giornalismo costruttivo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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