A quasi 30 anni dalla creazione del mercato libero europeo, abitare, lavorare e viaggiare liberamente nell’Europa sono le principali conquiste dell’Unione europea: ma quando ci si sposta da un Paese all’altro non è sempre facile far riconoscere i propri diritti di sicurezza sociale – ad esempio le prestazioni di vecchiaia, di disoccupazione, i certificati di infortuni sul lavoro o semplicemente i dati della propria assicurazione sanitaria o dell’identità personale – in uno Stato Membro diverso dal proprio.

Sebbene esista una cornice unica di norme europee, il reciproco riconoscimento di questi diritti affronta ancora tante difficoltà burocratiche dovute alle differenze, innegabili, fra i sistemi di sicurezza sociale (istituti di previdenza, anagrafi, assicurazioni) nazionali.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Come risolvere questa situazione? Ci ha pensato l’UE con un pacchetto di soluzioni sperimentate anche in giro per l’Europa e persino in Italia, che puntano tutto sulla digitalizzazione per uniformare la circolazione di documenti validi e riconosciuti!

Sicurezza sociale: come funziona in Europa?

Quando parliamo di “sicurezza sociale” in Europa, facciamo riferimento ad un sistema di diritti che spaziano dalle assicurazioni per malattia (esistono ben 235 milioni di tessere assicurative europee), all’assistenza sanitaria all’estero (circolano 2 milioni di documenti che attestano il diritto all’assistenza sanitaria in altri Stati Membri e 9 milioni di richieste rimborsi per oltre 4,3 miliardi) e pensioni (per 6 milioni di cittadini che vivono in Stati diversi da quelli di provenienza).

Un Regolamento europeo (Reg. CE n. 883/2004) riconosce questi diritti in tutta l’UE a tutela sia del cittadino, che del lavoratore che dell’impresa europei ma nella pratica, spostandosi da un Paese all’altro per motivi personali, di lavoro o familiari, cambia la burocrazia, cambiano gli enti che attuano i riconoscimenti con danni economici e lungaggini per gli europei che dovrebbero invece, sentirsi subito “riconosciuti” e “a casa” in ogni Paese dell’UE.

Non tutti sanno, però, che l’UE negli ultimi anni ha già realizzato alcune soluzioni per rendere più facile la vita dei cittadini europei con risultati migliorabili.

Soluzioni europee per far riconoscere i diritti sociali

L’Europa ha inizialmente ha cercato di semplificare le procedure burocratiche di riconoscimento dei diritti sociali maturati dai cittadini che si spostano dal proprio Paese ad un altro (assicurazioni, pensioni, certificati, documenti di identità) con esiti incerti. Per questo ad inizio settembre 2023 la Commissione in una Comunicazione ha proposto nuove misure concrete per accrescere la digitalizzazione dei sistemi di sicurezza sociale in Europa così da  uniformare le procedure, sfruttando progetti già sperimentati e di nuova concezione.

Fra i vecchi strumenti già in attivo ma non attuati, ad esempio, c’è lo “Sportello digitale unico” introdotto nel 2018, che permetterà dal 12 dicembre 2023 a cittadini e imprese, di accedere a 21 procedure amministrative attraverso un portale web unico, “Your Europe” che rilascerà certificati esclusivamente digitali e validi dappertutto.

Poi c’è il progetto EESSI, un sistema informatico di scambio elettronico di informazioni sulla sicurezza sociale fra le Amministrazioni dei Paesi membri: permetterà a quanti viaggiano o si spostano in un altro paese dell’UE o alle imprese che svolgono attività all’estero a interagire digitalmente con le istituzioni di sicurezza sociale (ispettorati del lavoro, prestatori di assistenza sanitaria), facilitare i viaggi. La Commissione vuole accelerarne l’attuazione entro il 2024. E non solo.

Una Tessera europea unica di sicurezza sociale (ESSPASS)

La Commissione mira a realizzare una vera e propria Tessera europea di sicurezza sociale (ESSPASS) che contenga l‘identità digitale europea del cittadino e costituisca un vero e proprio “portafogli” digitale. Al suo interno si troverà anche la tessera europea di assicurazione malattia ed altri documenti conservabili online (quindi non deperibili o smarribili).

È curioso sapere che l’ambizioso progetto ESSPASS è stato sperimentato con successo in Italia nel 2021 dal nostro INPS che ha cercato di digitalizzare i dati del documento portatile A1 (il Documento che serve a svolgere attività lavorative in Unione Europea e in Svizzera) attraverso un servizio informatico che provvede al suo rilascio. La Commissione ha lodato il metodo INPS che utilizza l’estrazione di dati e l’intelligenza artificiale per individuare e prevenire i casi di frode o di errore nella concessione delle prestazioni di sicurezza sociale.
Analoghe iniziative in Francia mirano a facilitare il rilascio veloce del certificato A1; il Belgio ha digitalizzato l’intero processo: l’80% delle domande del certificato avviene senza intervento umano ed entro 24 ore.

Sicurezza sociale europea: fra sperimentazioni e difficoltà

La Commissione europea ha dunque molti spunti di partenza e progetti sperimentali di successo già in atto da giocare come assi nella manica per spingere sulla transizione digitale dei Sistemi nazionali di sicurezza sociale. Quel che serve è coraggio nell’investimento: la Commissione sprona gli Stati a sfruttare le risorse del Fondo sociale europeo Plus e dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza, che devono destinare almeno il 20% delle risorse totali del Piano proprio agli obiettivi digitali.

La partita va dunque giocata ora che le risorse sono sul tavolo: solo digitalizzando e uniformando le procedure di produzione e rilascio dei certificati si ridurranno tempi e costi amministrativi e soprattutto, si costruirà veramente quella unità digitale europea che a 30 anni dalla costituzione del Mercato unico è quanto mai essenziale per affrontare le sfide di un futuro sempre più digitale e meno cartaceo.

Condividi su:
Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici