Quante persone in Italia fanno volontariato? Sull’onda del rilancio del settore voluto dall’Europa, come è cambiato il coinvolgimento dei volontari durante e dopo la pandemia da Covid-19? L’Italia ha messo in campo diversi strumenti per sostenere le associazioni operanti nel Forum del Terzo Settore che consentono ai nostri giovani di sperimentare un’attività di lavoro e di crescita al servizio degli altri fra le più importanti della loro vita.

Volontariato in Italia: a che punto siamo

Nel maggio 2023 l’ISTAT ha riportato i dati del terzo settore con un censimento permanente delle istituzioni non profit dal quale emerge che nel 2020 erano attive 363.499 organizzazioni e 870.183 dipendenti.

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Secondo Cantiere terzo settore, organizzazione che funge da ufficio giuridico del Forum sul Terzo settore, l’Italia ha però sofferto di un calo del numero di volontari soprattutto nel 2021 a causa della pandemia da Covid-19. Per il volontariato nel 2020 c’erano 4,661 milioni di volontari, in calo rispetto al 2015 (-15%) ma si tratta di una riduzione dei volontari nelle istituzioni non profit.

Una fotografia più recente arriva da una ricerca di Openpolis pubblicata in occasione della Giornata internazionale della Gioventù (agosto 2023): si scopre che i giovani under 25 sono coinvolti soprattutto nel circuito delle associazioni ecologiche, per i diritti civili e la pace. I ragazzi di 18 e 19 anni sono invece più attivi nell’associazionismo per i diritti e la cura dell’ambiente (2,9% del totale).

Ma in quali settori di volontariato si impegnano maggiormente i giovani italiani?

Ambiente e Diritti civili: i rami del Volontariato italiano

È l’ambiente il settore in cui si cercano maggiormente volontari (nel 86% dei casi) seguite dalle attività ricreative e di socializzazione (85,6%), e ancora dalla filantropia (84,6%), la cooperazione e solidarietà internazionale (83,1% del totale del settore) e dall’assistenza sociale e protezione civile (78,3%).

Fra gli altri settori che registrano un discreto margine di crescita c’è l’impegno nell’assistenza alle persone con disagio sociale (lo fa una associazione su sette) e alle disabilità fisiche e/o intellettive, agli anziani ed i progetti internazionali. Cresce la propensione a collaborare con istituzioni (pubbliche o private), gruppi o imprese (lo fanno nove organizzazioni no-profit su dieci) e con le regioni e gli enti pubblici locali (lo fanno il 36% delle organizzazioni), meno con scuole, università ed enti di ricerca (solo il 15,8 delle Istituzioni no-profit), e non manca il fenomeno del volontariato aziendale.

La ricerca riscontra un maggiore ricorso alle tecnologie digitali emergenti: se ne dota il 79,5 per cento delle istituzioni non profit italiane, una su tre si appoggia a piattaforme digitali e il 28% usa applicazioni digitali per la propria attività.

Volontariato europeo e italiano: come coinvolgere di più il Terzo Settore

Il quadro della situazione del volontariato è più aperto che mai: se in Italia la recente riforma del terzo Settore ha esteso la nozione di ente no profit ad una platea di organizzazioni di diverso tipo (società, associazioni di ogni genere), l’Europa a sua volta, ha rilanciato il volontariato europeo con un Bando di sostegno ai progetti del Corpo europeo di solidarietà.

Incentivi al volontariato arrivano anche dal Governo: il recentissimo Decreto Anticipi 2023 ha prorogato l’accesso delle Onlus al 5 per mille per tutto il 2024 e esteso loro il ricorso al Fondo di garanzia PMI. Una possibilità che, secondo il Forum del Terzo Settore, ente non profit di rappresentanza unitaria del Terzo settore italiano, rappresenta una garanzia per gli investimenti realizzati dal non profit seppure attraverso un fondo parallelo a quello tradizionalmente ‘riservato’ alle PMI.

C’è dunque un grande coinvolgimento del Terzo Settore alla vita attiva del Paese che passa per un riconoscimento sempre più incisivo delle tante organizzazioni che in esso operano per una loro maggiore valorizzazione nel tessuto socio-economico e imprenditoriale italiano.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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