Sostenibilità

Aprirà a Bari il primo centro commerciale eco-sostenibile

di 5 Febbraio 2008No Comments

L’inaugurazione è prevista per settembre 2008 e sarà il primo shopping centre autosufficiente dal punto di vista energetico, con oltre 8.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, per una produzione di 500 kw/h. Inoltre sarà dotato di un sistema di vasche di raccolta delle acque piovane destinate all’uso industriale. A lavoro ultimato “Bari Uno” si presenterà come un complesso costato 16 milioni di euro, con un investimento di due milioni e mezzo di euro per la realizzazione degli impianti energetici e idrici. Il centro sorgerà su un’area che in passato era occupata dalla lavorazione di prodotti petrolchimici.

Sicuramente soldi spesi bene. Un’iniziativa che potrebbe, anzi che dovrebbe, diventare presto un esempio da seguire, un modo per cominciare a fare qualcosa di concreto per affrontare i gravi problemi ecologici che da anni affliggono non solo il nostro pianeta, ma il mondo intero. L’energia solare è una risorsa molto importante dal punto di vista ambientale e in Italia abbiamo la fortuna di poter godere di moltissime giornate soleggiate durante l’anno. E’ quindi importante cercare di sviluppare al meglio le nostre potenzialità e in questo l’idea di un centro commerciale che sfrutta l’energia “pulita” del sole è sicuramente un’idea che dimostra i buoni propositi delle nostre città in campo ambientale.

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Responsabile del progetto “Bari Uno” e’ un’azienda friulana, l’Inserco, che ne ha fatto la sua bandiera anche per iniziative future, una sorta di eco-bollino per nuovi centri commerciali. Ma quanto pesano nel bilancio energetico questo tipo di costruzioni? ”In Italia il settore terziario e’ quello che pesa di più sul fronte dei consumi energetici. Prima di tutto alberghi, ristoranti, bar e autogrill – spiega Gaetano Fasano, del dipartimento tecnologie risparmio energetico (Ter) dell’Enea – Una stima approssimativa individua per un centro commerciale medio un consumo di 350/500 kw/h per metro cubo. In generale, utilizzano impianti particolarmente energivori, ad esempio nei locali immettono aria alle condizioni richieste (calda o fredda), al posto del convettore casalingo che usa l’acqua o un altro fluido per scambiare calore con l’aria dell’ambiente. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione e l’istruzione la tipologia edilizia è molto diversificata e rappresentano una quota significativa del consumo dove gli sprechi energetici sono notevoli. Pensando alla sanità, si dovrebbe intervenire non tanto negli ospedali, che spesso hanno un energy manager, ma in ambulatori e strutture come le Asl, indicando ad esempio le temperature più idonee all’interno dei locali”.

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Giada Rapari

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