La ricerca dell’Università del Maryland, iniziata con i batteri dalla Baia di Chesapeake, ha condotto a un processo che può essere idoneo a convertire grandi quantità di tutte le specie di prodotti vegetali, dagli avanzi dell’infuso di birra agli scarti della carta, in etanolo e altri biocombustibili alternativi alla benzina. Il processo, sviluppato dai professori Steve Hutcheson e Ron Weiner, può produrre biocombustibili da molti differenti tipi di fonti cellulosiche comprendenti piante e scorie vegetali. Biocombustibili cellulosici possono essere prodotti da fonti vegetali non di grano, quali residui di prodotti agricoli, inclusi paglia, tutoli e gusci, e raccolti di energia quali trecce di erba.
Quando del tutto operativo, il processo ha la potenzialità di portare a una produzione di 75 miliardi di galloni all’anno di carbone-etanolo neutro. Il segreto è un batterio dell’erba dell’acquitrino della Baia di Chesapeake. Huutcheson ha scoperto che il batterio possiede un enzima che potrebbe decomporre prodotti vegetali in zucchero, che può poi essere convertito in biocombustibili.
Le ricerche non sono state in grado di isolare il batterio, ma hanno scoperto come produrre l’enzima nei loro laboratori. Il risultato è stato un prodotto di sintesi che degrada le pareti della resistente cellula dei prodotti cellulosici e trasforma l’intero prodotto vegetale in preparati di zuccheri biocombustibili in meno passaggi, ad un costo significativamente inferiore e con minori reazioni caustiche rispetto ai metodi attuali.