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Grande Muraglia Verde: nuovi fondi per combattere la desertificazione

La Grande Muraglia Verde: focus al One Planet Summit. Il One Planet Summit rilancia l'iniziativa della Grande Muraglia Verde, fa il punto e guarda al futuro. Il sito ufficiale del progetto.

foto dal sito ufficiale Grande Muraglia Verde. Donne che si occupano della terra.

Il One Planet Summit rilancia e accelera l’iniziativa per il Sahel.

 

A Parigi, l’11 gennaio 2021, si è tenuto il One Planet Summit organizzato dal Governo francese in collaborazione con le Nazioni Unite e la Banca Mondiale. Il Summit ha rilanciato il progetto della Grande Muraglia Verde, avviato nel 2007 contro la desertificazione in Africa. Alla fine dell’incontro, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha annunciato il piano Great Green Wall Accelerator, un finanziamento di oltre 14 miliardi di dollari che accelererà il ripristino del territorio degradato. Inoltre, consentirà una maggiore salvaguardia della biodiversità e la creazione di occupazioni verdi. L’Accelerator ha l’obiettivo di risolvere le criticità finora riscontrate nella piena realizzazione della Grande Muraglia Verde:

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Finora sono stati recuperati 4 milioni di ettari e 500 mila persone ne hanno beneficiato con più di 300 mila nuovi impieghi. Diverse sono le attività applicate trasversalmente: agroforestazione, silvicoltura e creazione di orti e frutteti comunitari. Ripristinare la fertilità del suolo significa accrescere la produttività e far sviluppare le comunità locali. Così facendo, non solo si migliora la salute, ma si riducono anche i conflitti per le poche risorse disponibili.

Una muraglia verde di pratiche sostenibili contro la desertificazione

Nel 2007 l’Unione Africana ha lanciato l’iniziativa della Grande Muraglia Verde accolta da 11 paesi: Burkina Faso, Ciad, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal e Sudan. Il progetto riguarda il Sahel, il territorio a sud del deserto del Sahara che attraversa l’Africa da ovest a est. La muraglia si estenderà da Dakar, capitale del Senegal, a Gibuti, capitale dello Stato omonimo nell’estremo oriente del Corno d’Africa, sarà lunga 7.800 km (più dei 7.500 km di costa italiana) e larga 15 km. Nel 2010  nasce l’Agenzia Panafricana per la Grande Muraglia, con varie ONG e partner internazionali che supportano il progetto (FAO, UE, UNCCD, Banca Mondiale).

Entro il 2030 si vuole ripristinare la fertilità e l’ecosistema saheliano, recuperare 100 milioni di ettari, catturare 250 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e creare 10 milioni di posti di lavoro. A oggi sono diventati 21 i Paesi che aderiscono all’iniziativa della Grande Muraglia Verde: ai primi 11 si sono aggiunti Algeria, Benin, Camerun, Capo Verde, Egitto, Gambia, Ghana, Libia, Somalia e Tunisia.

One Planet Summit: per gli obiettivi della Grande Muraglia serve la cooperazione internazionale

Victor Hugo diceva che se esiste una cosa più potente di tutti gli eserciti del Mondo, quella è un’idea il cui momento è ormai giunto. Questo è il momento della Grande Muraglia Verde.

Questo è stato l’esordio di Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD) e mediatore al One Planet Summit. Nell’incontro sono intervenuti importanti ospiti che hanno sottolineato l’importanza del Quadro Strategico 2018-2030 dell’UNCCD. L’obiettivo globale da raggiungere è quello della neutralità del degrado del suolo, conforme all’Agenda 2030, il programma dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.

Dopo l’intervento del Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha preso la parola il Principe Carlo del Galles. A seguire, il presidente della Banca Africana di Sviluppo ha annunciato lo stanziamento di 20 milioni di dollari per la più grande stazione solare che fornirà elettricità a 200 milioni di persone. Il presidente della Banca europea d’investimento, Werner Hoyer, ha dichiarato il finanziamento di un miliardo di dollari. Infine, il Segretario generale della FAO ha rinnovato l’impegno nel progetto e ha  ricordato le 400 comunità aiutate negli ultimi 5 anni grazie al ripristino di 5 mila ettari di terra degradata.

Fonte: www.greatgreenwall.org

Esempi virtuosi e replicabili: zaï e Rigenerazione Naturale Assistita per la Grande Muraglia Verde

La tecnica zaï è molto antica e consiste nello scavare nel terreno fosse lunghe 20 cm e profonde 30cm per catturare l’acqua in primavera. In seguito, per aumentarne la produttività, le fosse vengono riempite con materiale organico e letame prima della semina. È questa una delle pratiche che contribuiscono alla Grande Muraglia Verde, inaugurata nel Burkina Faso. I risultati sono significativi: il ripristino di 3 milioni di ettari e un’applicazione trasversale in altri 8 paesi del Sahel.

La tecnica della Rigenerazione Naturale Assistita (RNA) è stata inaugurata in Nigeria e fa parte anch’essa delle iniziative locali della Grande Muraglia Verde. Sei milioni di ettari sono stati rigenerati senza piantare nessun nuovo albero. Il metodo è semplice, efficace e applicabile ovunque: gli agricoltori selezionano lo stelo resistente, tagliano gli altri rami per non disperdere il nutrimento e appongono un sostegno. La tecnica RNA costa solo da 40 a 50 dollari per ettaro e genera un meccanismo virtuoso, per cui l’albero in crescita deposita materiale organico sul suolo che diventa più fertile.

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