Il celebre film Into the Wild ci spinge a diventare un tutt’uno con la natura e a trovare gioia nei boschi inesplorati. Ma fino a dove può spingersi l’uomo? Lo scorso 5 aprile un’orsa in Trentino ha aggredito il giovane runner Andrea Papi. La vicenda accaduta sul Monte Peller ha scosso la cronaca nazionale, riportando l’attenzione sul rapporto uomo natura. Attorno alla discussione è emersa un’accesa polarizzazione.

“Se l’orsa JJ4 è problematica va allontanata, ma farne un capro espiatorio è amorale. Una persona morta è una tragedia, ma l’orsa si prenderà le colpe per tutti. Siamo noi che l’abbiamo messa lì”, ha dichiarato Licia Colò in un’intervista a La Stampa.

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Della fazione opposta Reinhold Messner, l’alpinista altoatesino che ha scalato senza ossigeno tutte le cime più alte al mondo. “Il re degli 8mila” stavolta si è schierato contro gli animalisti e sarebbe a favore di leggi che permettano agli amministratori locali di abbattere gli orsi problematici. “In Trentino ci sono tanti turisti e troppi orsi”, ha affermato.

Gli orsi in Trentino e il progetto Life Ursus per scongiurarne l’estinzione

L’orso bruno abita i boschi delle Alpi da sempre, ma a partire dal Settecento la ricerca di nuovi spazi per le attività agricole, zootecniche e il disboscamento ne hanno condizionato e compromesso la sopravvivenza. A tali fattori ambientali si è sommata la persecuzione diretta nei confronti della specie. Così, per scongiurare l’estinzione dell’orso bruno, il Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con la provincia autonoma di Trento e l’Ispra, ha promosso il progetto Life Ursus finanziato dall’Unione Europea e durato dal 1996 al 2004. Grazie all’iniziativa, una decina di esemplari sono giunti sulle Alpi centrali dove oggi se ne contano in tutto un centinaio.

La prima fase del progetto ha previsto un sondaggio di opinione che ha coinvolto oltre 1500 abitanti dell’area. Più del 70% ha dichiarato di essere a favore del rilascio di orsi, con l’assicurazione di adottare misure di prevenzione dei danni e gestione delle situazioni di emergenza. ll Parco ha quindi previsto la radiocollarizzazione degli orsi immessi (quindi non autoctoni)  al fine di rilevarne gli spostamenti dapprima quotidianamente e poi – nei casi di esemplari sedentari e poco problematici – con frequenza minore.

Il ritorno definitivo della specie sulle Alpi è ancora lontano, il futuro dell’orso è fortemente legato allo sviluppo di una cultura di convivenza tra uomini e orsi.

La vicenda del runner Andrea Papi e le conseguenze per l’orso bruno in Trentino

Negli ultimi anni gli orsi hanno ripopolato i boschi, ma la morte del runner 26enne sembra aver riacceso l’intolleranza da parte del genere umano nei confronti dell’animale selvatico simbolo del Parco Adamello Brenta (l’orso è riportato anche sul logo ufficiale). Maurizio Fugatti, governatore del Trentino, è favorevole alla diminuzione del numero di esemplari. Nei giorni scorsi aveva infatti firmato l’ordinanza di abbattimento di JJ4.

Sembra però che il TAR l’abbia sospesa grazie al ricorso presentato da LAV, la lega anti vivisezione. Non è la prima volta che l’orsa aggredisce un uomo, già qualche anno fa proprio JJ4 si era resa protagonista di un episodio a danno di due cacciatori e la sua “condanna a morte” evitata proprio grazie all’intervento della stessa onlus, perché l’aggressione era avvenuta per difendere i tre piccoli orsi nati da poco e che portava con sé. Ma come mai l’orsa si trovava ancora in un punto del bosco frequentato da persone? Come mai il radiocollare era spento dall’agosto 2022?  ”La colpa non è di mio figlio o dell’orso. Per la mancanza di tutele e prevenzione ci devono essere dei responsabili”, ha dichiarato la madre della giovane vittima.

Rapporto uomo natura: è possibile una convivenza pacifica con gli orsi? I casi PNALM e Alaska.

Un post dell’utente Federico Andreoli diventato virale a seguito della condivisone da parte del giornalista Lorenzo Tosa racconta di un viaggio in Alaska e dell’incontro pacifico con decine di esemplari di orsi grizzly nel loro habitat naturale. Prima dell’escursione, i ranger spiegano come comportarsi. Bisogna far rumore per non arrivare in prossimità dell’orso senza che questo se ne accorga e pensi che stia per essere attaccato. È importante mantenere la calma, far notare la propria presenza, parlare a voce alta senza gridare, restare immobili o allontanarsi lentamente, ma mai fuggire. Non bisogna attirarlo in alcun modo né lasciare rifiuti organici a sua disposizione (l’orso è carnivoro).

Nel 2020 tre orsi maltrattati in Lituania sono stati trasferiti a Pescasseroli (AQ) nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, sterilizzati e confinati in un’area appositamente costruita. A pochi km da qui, un’orsa ha dato alla luce quattro cuccioli e, per evitare che la famiglia diventasse meta di curiosi, il Sindaco di Villalago (AQ) ha vietato le visite all’area per garantire tranquillità e sicurezza sia degli animali che degli umani.

Educazione e poche regole alla base di una convivenza pacifica tra esseri viventi.

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Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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